Ci sono voluti giorni per riportare la tranquillità a Mondragone, il comune del casertano in cui è stato individuato un focolaio di Covid-19 all’interno della comunità bulgara, mentre sono bastati pochi minuti a Matteo Salvini per far rialzare la tensione oltre i livelli di guardia. Con una passerella che forse si sarebbe potuta evitare, nella zona rossa sono scoppiati i disordini tra i contestatori del Capitano e la polizia che ha dovuto rispondere con diverse cariche di alleggerimento in cui è rimasto ferito alla testa un ragazzo. Minuti interminabili di violenze che hanno convinto il leghista a fare marcia indietro annullando il comizio che, secondo programma, avrebbe dovuto tenere nella piazza antistante la zona rossa istituita nei palazzi della ex Cirio.
Una rinuncia che, come suo solito fare, non è avvenuta in sordina ma è stata gridata ai quattro venti tanto che il politico, esacerbando ulteriormente gli animi, andando via ha dichiarato ai giornalisti che “a Mondragone c’è stata la violenza dei centri sociali contro Lega, poliziotti, giornalisti e cittadini perbene. Loro preferiscono illegalità e camorra, io preferisco lavoro, libertà e sicurezza” ma “se pensano di spaventarmi con violenza e minacce, non mi conoscono: tornerò, tornerò e tornerò, finché non avremo ridato pace alle persone perbene’’.
Che le cose potessero andare così, era chiaro da tempo. Già dal giorno in cui il Capitano ha annunciato di volersi recare a Mondragone, nel paese erano spuntati come funghi striscioni a lui ostili. Gli stessi che, ieri, sono stati esibiti dai manifestanti che, per l’occasione, si sono dati appuntamento davanti al gazebo allestito per il leghista. Insomma tutto faceva presagire al peggio. Proprio quanto accaduto verso le 19 quando Salvini è arrivato in piazza dove ad attenderlo, oltre ad un ingente dispiegamento da parte delle forze dell’ordine, c’erano un gruppo di suoi supporter e anche un altro di persone a lui ostili.
Proprio questi hanno immediatamente iniziato a gridare slogan come “sciacallo” e “non ti vogliamo”, subissando il politico di fischi che hanno letteralmente coperto la voce del Capitano. Gli stessi hanno poi effettuato un vergognoso lancio di uova e di bottiglie convincendo la polizia, nell’arco di nemmeno mezz’ora, ad effettuare tre cariche di alleggerimento per ripristinare l’ordine e provare a permettere la ripresa del comizio.
Violenze, ovviamente condannabili e da condannare, su cui nella sera è tornata la Lega con un durissimo comunicato. “A Mondragone alcuni teppisti hanno danneggiato l’impianto audio, per impedire il comizio di Matteo Salvini, e aggredito i presenti con lanci di bottiglie e uova, mettendo in pericolo forze dell’ordine, tanti cittadini del quartiere e giornalisti”, spiegano dal Carroccio secondo cui si è trattato di “un vero atto di eversione, commesso dai soliti criminali dei centri sociali” e che “nessuno di loro era di Mondragone”. Tra chi, invece, critica il Capitano per la scelta intempestiva di questo comizio c’è la candidata grillina alla presidenza della Regione Campania, Valeria Ciarambino, secondo cui: “Casi come quello di Mondragone vanno affrontati con il massimo della responsabilità” e “farne scenario per una passerella elettorale da parte di personaggi che si sono sempre caratterizzati per aver vilipeso il popolo del Sud, equivale soltanto ad alimentare un clima di tensione già fin troppo elevato”.