Non una parola si sarebbero detti il premier Mario Draghi e Matteo Salvini, nel faccia a faccia avuto ieri, sul sottosegretario Durigon (leggi l’articolo), che è nel mirino di tutto il centrosinistra che lo vorrebbe fuori dal Governo. “Mai parlato con Draghi di questo” garantisce il leader della Lega.
“Non penso che tra le sue priorità abbia i parchi di Latina. Per lui, sono preoccupato zero”, liquida via le polemiche Salvini, che anzi assicura: “Con Claudio Durigon stiamo lavorando alla riforma delle pensioni, che interessa milioni di italiani. Il 31 dicembre scade Quota 100: è impensabile tornare o riavvicinarci alla legge Fornero”.
Non la pensano così i giallorossi. “La sfrontatezza di Salvini sul suo amico di partito Durigon non fa altro che rafforzare quello che diciamo ormai da giorni: il sottosegretario leghista non può mantenere il suo posto al governo”, ha detto il deputato M5S Aldo Penna.
“Giustificando Durigon – ha continuato – Salvini stesso strizza l’occhio a chi ancora non ha compreso i valori antifascisti su cui si fonda il nostro Paese e le istituzioni. Una concessione a lui oggi, sarebbe il lasciapassare a tanti desiderosi di legittimare in tutto o in parte il fascismo. Via dal governo, è l’unica soluzione”.
E per il segretario di Sinistra italiana, Nicola Fratoianni. “Salvini sull’affaire del camerata Durigon può tranquillamente continuare a fare il gradasso, come fa oggi” ma “cambia ben poco: la permanenza nel governo italiano di questo sottosegretario impresentabile rimane una vergogna”, mentre “il continuo silenzio del presidente Draghi è inconcepibile ed indecente”.
“Noi siamo qui per risolvere i problemi ed eliminare le polemiche. Durigon – ha ribadito anche oggi Salvini al Meeting di Cl – è il padre di quota 100 e con lui mi confronto sul tema del saldo e stralcio. Ragioneremo insieme su cosa fare e cosa sia più utile per il movimento e per il governo. Discuteremo con Durigon, il quale ha la mia massima fiducia”.