di Sergio Patti
Come un recipiente bucato, dove più acqua metti dentro più ne esce. Questo sono i conti dello Stato, nonostante tasse, sacrifici e risparmi chiesti a tutti gli italiani. L’ultima conferma è arrivata ieri con i dati preliminari del mese di dicembre sul fabbisogno annuo del settore statale del 2013. Fabbisogno che si attesterebbe sui 79,7 miliardi; 30,2 miliardi in più rispetto ai 49,5 miliardi di fabbisogno del 2012”. A comunicarlo è stato il ministero dell’Economia, spiegandone i motivi. “Il risultato – ha messo le mani avanti Via XX Settembre – sconta operazioni straordinarie, fra le quali si segnalano: l’aumento dei pagamenti dei debiti pregressi delle pubbliche amministrazioni, la partecipazione all’aumento di capitale a favore della Banca Europea per gli Investimenti e la sottoscrizione di strumenti finanziari a favore del Monte dei Paschi di Siena, insiema agli incassi relativi alla cessione di Fintecna. Ai fini di un confronto omogeneo – prosegue la nota del Tesoro – si segnala, inoltre, che lo scorso anno il saldo di cassa era migliorato di circa 10 miliardi per effetto del ripristino del sistema di Tesoreria Unica. Escludendo le partite di entrata e spesa ininfluenti ai fini del computo dell’indebitamento netto, il fabbisogno del settore statale risulta inferiore a quello del 2012 di oltre un miliardo di euro”.
Gli enti pubblici pagano
Dunque il gettito fiscale e i sacrifici degli italiani sarebbero di per se sufficienti a far fronte al fabbisogno. Purtroppo però per far fronte a un po’ dei debiti delle pubbliche amministrazioni e al finanziamento di due banche (nel caso del Monte Paschi si può parlare di salvataggio) ci ritroviamo però con un mucchio di debiti e di conseguenza a dover emettere nuovo debito pubblico.
Cresce l’avanzo
A confermare il buon andamento delle entrate dello Stato c’è il dato sull’avanzo. Nel solo mese di dicembre si è registrato infatti un avanzo del settore statale stimato, in via provvisoria, in 15 miliardi, superiore di circa 1,5 miliardi rispetto a quello realizzato nello stesso mese del 2012 (13,4 miliardi). Per quanto riguarda dicembre, il miglioramento – spiega il Tesoro – risulta più elevato (circa 3,2 miliardi) se si escludono dall’avanzo del dicembre 2012 circa 1,7 miliardi di introiti relativi alla dismissione di quote Sace e Simest ininfluenti sull’indebitamento netto. Dal lato degli incassi si segnala dunque la crescita delle entrate fiscali, superiori di circa 3 miliardi rispetto a quelle realizzate nel dicembre 2012, anche per effetto del buon andamento registrato dagli introiti Iva e da alcune imposte dirette. Sono stati, inoltre, realizzati, per il settore delle amministrazioni centrali, proventi relativi a dismissioni immobiliari per circa 320 milioni. Dal lato dei pagamenti, si registra una riduzione della spesa delle amministrazioni centrali per circa 1,5 miliardi.
Dismissioni difficili
Resta così il dubbio che anche con il nuovo anno, con le nuove tasse imposte dalla legge di stabilità e con lo spread in discesa il fabbisogno dello Stato continuerà a crescere, così come il nostro debito pubblico. Con l’economia in ginocchio non sarà facile centrare gli obiettivi delle dismissioni. E senza tagli alla spesa i conti andranno sempre peggio.