La Sveglia

Salvare le persone, prima di ogni altra cosa

Salvare le persone, prima di ogni altra cosa

Ieri Cecilia Sala, la giornalista de Il Foglio e di Chora Media detenuta nel carcere di Evin in Iran ha potuto fare tre telefonate. Al padre, alla madre e al compagno ha raccontato le sue condizioni in carcere. Nessuna delle rassicurazioni fatte dagli ayatollah al governo italiano è vera. 

Evin è un girone infernale per Sala come lo raccontano tutti quelli che ci sono passati. Perfino la consegna pacco con i beni di prima necessità inviato dall’ambasciata è stata una truffa del regime. 

Il regime si comporta da regime, con i giornalisti italiani come con i tedeschi, gli europei gli iraniani stessi, quelli non allineati. Il regime usa Sala come leva per trattare la liberazione di Mohammad Abedini-Najafabad, l’ingegnere iraniano esperto di droni e detenuto in Italia dal 16 dicembre per conto degli Stati Uniti

Meloni, Crosetto e Tajani raccontano da due anni che l’Italia è “tornata protagonista sul palcoscenico internazionale” e da ieri sera sappiamo che il governo è stato irriso dall’Iran. La credibilità internazionale italiana non riesce a consegnare un pacco di cioccolato, sigarette e maglioni. 

A Cecilia Sala sono stati sequestrati anche gli occhiali da vista. Il governo iraniano non s’è preso nemmeno la briga di formalizzare accuse specifiche, al di là di una presunte “violazione delle leggi della Repubblica islamica” generica e strumentale. 

La priorità umana e politica è riportare Cecilia Sala a casa. Anche se dovesse costare l’adombramento di qualche alleato a cui s’è promessa irrazionale fedeltà. Ora conta questo, solo questo. È un obbiettivo che viene prima di qualsiasi disquisizione di qualsiasi credibilità. Salvare le persone, prima di ogni altra cosa.