“La Mafia non è ancora stata sconfitta, è quindi necessario tenere sempre l’attenzione alta e vigile da parte dello Stato”. Si è aperto con la citazione delle parole del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, l’intervento del ministro della Giustizia Marta Cartabia in Commissione antimafia (leggi l’articolo). La libertà condizionale ai mafiosi ergastolani andrebbe concessa solo “in specifiche condizioni e con specifiche procedure”, anche prevedendo una serie “di prescrizioni” e controlli rigorosi, all’esito di una catena decisionale in cui “avranno il loro ruolo i procuratori che hanno condotto le indagini e la Direzione nazionale antimafia” ha rivelato la guardasigilli nel corso dei suoi sessanta serrati minuti di audizione.
Un intervento fiume in cui sono stati affrontati numerosi temi, nonostante il tempo contingentato per il question time alla Camera a cui ha dovuto presenziare la Cartabia, ma in cui la guardasigilli non ha potuto rispondere alle domande dei partecipanti. Nei sei i capitoli su cui ha relazionato la guardasigilli, oltre al fenomeno mafioso e alla dimensione internazionale del contrasto alle mafie, verso la quale ha ricordato il recente accordo firmato la neo-costituita Procura europea e la nostra Direzione nazionale antimafia e antiterrorismo, la ministra ha toccato anche la questione degli interventi nel settore agroalimentare; le misure contro la corruzione; le riforme del processo penale e le misure di prevenzione con l’aggressione ai patrimoni illeciti.
Nodo cruciale dell’intervento è stato, però, quello della gestione dei fondi Ue per la ripartenza per i quali la ministra avverte che “la criminalità organizzata è attratta dalle facili sorgenti di ricchezza. Ma non possiamo permetterci che i fondi del Recovery Plan” finiscano in mani sbagliate, e “che quei processi siano inquinati da fenomeni illeciti”. Per questo promette che “l’alta vigilanza”, già attivata dall’Italia, è “all’avanguardia nel contrasto” al fenomeno, saprà ridurre il “rischio di infiltrazioni nei fondi” Ue. Non solo. Contrariamente a quanto emerso nei giorni scorsi in cui si è parlato di un depotenziamento di Anac, precisa che “i poteri di indirizzo e vigilanza dell’Autorità nazionale anticorruzione non saranno intaccati” rivelando che proprio sul punto arriveranno “preziosi spunti dall’ascolto della relazione annuale dell’Anac” del prossimo 18 giugno.
Nel lungo intervento la Cartabia si è poi concentrata sulle sentenze della Corte europea dei diritti umani e della Consulta che hanno smantellato l’ergastolo ostativo. In merito a questa problematica ha fatto sapere di credere “che questa volta il Parlamento non dovrebbe mancare l’occasione di cogliere l’invito della Corte. Per scrivere nuove norme che tengano in considerazione la peculiarità del fenomeno mafioso”, ha puntualizzato la Cartabia rimarcando la necessità di conservare la distinzione tra condannati per mafia e altri. Una possibile soluzione, per la ministra, potrebbe essere prevedere l’eventuale concessione della libertà condizionale “con specifiche procedure e in specifiche condizioni”, chiarendo che “sebbene sia il giudice di sorveglianza colui che appone l’ultima firma”, il processo decisionale deve coinvolgere “sia i procuratori che si sono occupati delle indagini, sia la Direzione nazionale antimafia”.
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IL TEMPO CORRE. Quel che è certo è che il tempo stringe ma per la politica l’ergastolo ostativo, dopo la bocciatura della Consulta che ha dato un anno di tempo per apportare i necessari correttivi alla norma, sembra un tema da mettere in secondo piano. Come spesso accade, a muoversi in controtendenza è il Movimento 5 Stelle con i propri parlamentari della Commissione antimafia che fanno sapere che “in commissione Antimafia la ministra Cartabia ha presentato la sua relazione e ha citato più volte Giovanni Falcone, facendo anche riferimento alle innovazioni legislative da lui proposte, che hanno fatto dell’Italia il Paese all’avanguardia nel contrasto alle mafie”.
“Dal nostro canto” puntualizzano i grillini “abbiamo già raccolto l’invito della ministra Cartabia a non far passare tempo prezioso per rimodulare le norme sull’ergastolo ostativo, accogliendo i rilievi della Corte Costituzionale e rafforzando il contrasto alle mafie, visto che il Movimento 5 Stelle è l’unico gruppo parlamentare che ha già presentato una proposta di legge in merito”. Per questo, concludono i pentastellati, “crediamo che sia urgente intervenire visto che l’anno concesso dalla Corte Costituzionale sta trascorrendo inesorabilmente e considerato che riteniamo auspicabile che tutte le forze politiche discutano del tema e visto, infine, che tutti difendono, almeno a parole, la memoria e il lascito umano e normativo di magistrati come Giovanni Falcone e Paolo Borsellino”.