Nicola Saluzzi è il vicepresidente dell’Associazione Papà separati di Milano, una delle prime realtà nate in Italia, più di trent’anni fa, con l’obiettivo di tutelare i figli nella separazione, mettendo sullo stesso piano diritti e doveri di entrambi i genitori. In Italia, invece, nella quasi totalità dei casi, i figli si vedono sottrarre repentinamente la figura del padre.
“L’associazione Papà separati di Milano”, dice Saluzzi, “ha un parco utenti di circa 3mila nomi, le persone seguite sono diverse centinaia, sono invece una settantina quelle che ogni mese partecipano alle due tranche di eventi che facciamo in remoto o in presenza alla Casa delle associazioni di via Marsala. Incontri di auto aiuto che si svolgono tra le 21 e le 23 di ogni due settimane”. Numeri che testimoniano l’esistenza di un disagio nella società al quale la politica non riesce a dare risposte. “L’unico che ci ha ascoltato è stato Giuseppe Conte”, dice Saluzzi.
Saluzzi, quali sono i problemi che vivono quotidianamente i padri separati?
“C’è sicuramente quello economico, le persone in fila al Pane quotidiano tutti i giorni per avere un pasto in parte sono padri separati. Bisogna chiedersi, però, perché ci sono persone che vanno lì. Il motivo è che c’è una legge che parla di affido condiviso, ma di fatto la magistratura dal 2006 ad oggi non la applica in modo corretto. Su tutto il territorio nazionale la legge è applicata in maniera diversa da ogni tribunale, con logiche differenti anche protocollate, ci sono protocolli diversi anche a soli trenta chilometri di distanza. Solitamente è l’uomo a dover andare fuori di casa e si ritrova spesso costretto a dormire in macchina, magari col mutuo di casa dove è rimasta a vivere la ex moglie che pesa ancora sulle sue spalle”.
Cosa chiedete alla politica?
La politica è il nostro obiettivo da un po’. Abbiamo parlato l’anno scorso con Giuseppe Conte e il Movimento è l’unico partito col quale siamo riusciti ad avere un’interlocuzione costante. Abbiamo cercato di fare presente anche ad altri esponenti politici la situazione di inadeguatezza delle amministrazioni. Le informazioni sul minore devono essere date per legge ad entrambi i genitori separati, mentre ognuno si muove come vuole, nel caso soprattutto di scuola e sanità. Non è sincronizzato il sistema tra le varie regioni, abbiamo fatto una segnalazione nessuno ci ha risposto, tra cui la ministra Roccella. Speriamo che prima o poi qualcosa si muova”.
Per il 22 maggio avete previsto la performance di un artista alla Fabbrica del vapore. Di cosa si tratta?
Tramite la messa in scena di un gioco di ruolo (simile al calcio), “Daddy Shake”, si affronta la tematica del bilanciamento dei ruoli genitoriali post-separazione nella famiglia contemporanea (madre-padre, individuo-collettivo, genitore-condividente) e ci si sofferma a riflettere sulle dinamiche e sui risvolti sociali da esso innescati. “Daddy Shake” consiste principalmente in un “gioco” di squadra non competitivo, improntato alla collaborazione, ambientato in un contesto informale e non convenzionale, che favorisce l’interazione e la condivisione tra i partecipanti. Il maschio-padre-separato diventa attore-giocatore-protagonista di un esperimento sociale nato dall’esperienza personale e diretta dell’artista tedesco Pierluigi Slis. La vita reale diventa la rappresentazione di sé stessa e, prendendo in prestito alcuni elementi della dinamica calcistica, mira a sollevare attenzione su una problematica maschile (ma che riguarda anche il mondo femminile): la condizione attuale della genitorialità separata”.