Circa 1,3 milioni di over 75, su un totale di circa 6,9 milioni, pari al 18,8%, dichiarano di non ricevere aiuto adeguato in relazione ai bisogni della vita quotidiana e alle necessità di tutti i giorni. E’ quanto emerge da “Gli anziani e la loro domanda sociale e sanitaria – anno 2019“, Rapporto della commissione Istat per la riforma dell’assistenza sanitaria e sociosanitaria per la popolazione anziana.
“Più acutamente grave appare il bisogno di coloro che sono completamente soli, ben 638.913 individui, o che vivono con conviventi anziani (372.735), per un totale complessivo di oltre un milione di persone (14,7%), che vivono in abitazione da soli o molto spesso con un coniuge comunque anziano e percepiscono la mancanza di un adeguato supporto”, spiega l’Istituto di Statistica. Un ulteriore focus rivela la presenza di quasi 100mila (92.620) over 75 soli e collocati nella fascia di reddito piu’ bassa (che al massimo raggiunge i 650 euro mensili) che divengono quasi 260mila individui quando si considerano anche quelli appartenenti al secondo quinto.
Per l’Istat “appare evidente che, per i circa 100mila anziani soli, poveri di risorse economiche e senza aiuto, occorra un intervento immediato sul piano dell’assistenza sociale, fatto salvo un ulteriore intervento sul versante sanitario. Si tratta di elementi preziosi per dimensionare e modulare gli interventi di assistenza domiciliare sociale, sanitaria o integrata”. Tra le persone sole in condizioni economiche più disagiate, quelle cioè che si collocano nel primo quinto della distribuzione dei redditi, la quota di coloro che dichiarano severe difficoltà motorie, comorbilità e severa compromissione dell’autonomia è pari al 72%.
Il valore è superiore a quello registrato sia per coloro che si trovano nel secondo quinto di reddito (62%) sia per quanti vantano redditi più elevati (63%). Se si cambia prospettiva, tra i soli over 75 senza aiuto o con aiuto insufficiente, la quota di coloro che presentano difficoltà motorie e grave compromissione dell’autonomia raggiunge il 64% mentre il 36% riporta condizioni di salute poco gravi o non ha alcun problema di salute.
“In senso assoluto – evidenzia ancora l’Istat nello studio dedicato alle condizioni di salute degli anziani – , è dunque possibile quantificare in oltre 400mila individui una sottopopolazione ad altissimo rischio di istituzionalizzazione per via della condizione di solitudine e di mancanza di aiuto acuita da gravi problemi di salute (severe difficoltà motorie, fino alla severa compromissione dell’autonomia) e, per 100mila anziani circa, da una condizione di disagio economico o povertà. Al di là delle modalità di risposta e correzione di queste circostanze, è possibile affermare che ci si trova in presenza di una vera e propria fila di anziani in coda per entrare in qualche lungodegenza, casa di riposo o RSA per mancanza di un intervento puntuale di sostegno economico e sociale domiciliare, che si intuisce possa avere un importante impatto preventivo nei confronti di un “peggioramento” interamente residenziale e sanitaria nelle traiettorie di queste persone”.
L’analisi dell’Istat consente di individuare gruppi di anziani over 75 tra i quali progressivamente peggiora il livello di vulnerabilità per il cumularsi di diverse condizioni di disagio: oltre 2,7 milioni presentano comorbilità, gravi disabilità motorie e visive, nonché grave compromissione dell’autonomia; tra questi, 1,2 milioni dichiarano di non avere aiuti adeguati, perché non ricevono alcun aiuto oppure perché bisognosi di ulteriore aiuto; tra questi ultimi, circa 1 milione vive solo o in famiglie con tutte persone anziane.