È trascorsa un’altra di notte di paura per i circa 5mila sfollati del terremoto nelle Marche. L’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (Ingv) ha registrato almeno 100 scosse di magnitudo superiore 2.0. La più forte è stata avvertita alla 4.13, con una magnitudo di 3.5, che fortunatamente non ha provocato ulteriori crolli. “Oltre a questi terremoti ne sono avvenuti molti altri, di magnitudo inferiore a 2,0. In sala sismica vengono localizzati soltanto i terremoti di magnitudo superiore a 2,0, ma quelli avvenuti effettivamente sono di sicuro molto più numerosi”, ha spiegato il sismologo dell’Ingv Massimo Cocco.
Intanto la macchina dei soccorsi è entrata in funzione per trasferire le persone rimaste senza casa: il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, ha garantito che non sarà allestita alcuna tendopoli. La decisione è stata presa perché nelle aree danneggiate dal sisma sta per arrivare l’inverno con temperature molto rigide, trattandosi di zone appenniniche, che avrebbe reso complicata la vita in tenda anche solo per poche settimane. Quindi gli sfollati troveranno posto negli hotel.
Il quadro dei danni
Dopo oltre 36 ore dalle scosse più forti, la situazione dei danni sta diventando più chiara. La prima ricognizione della Protezione civile indica almeno 20 località, tutte in provincia di Macerata, particolarmente colpite delle scosse del 26 ottobre: Visso, Ussita, Pievetorina, Acquacanina, Montecavallo, Fiastra, Pievebovigliana, Caldarola, Camerino, Muccia, Serrapetrona, Cingoli, Matelica, San Severino Marche, Tolentino, Caldarola, Fiuminata, Castel Sant’Angelo sul Nera, Sefro e Pioraco.
Il sindaco di Ussita Marco Rinaldi, che aveva parlato di un paese finito, ha spiegato che “l’80% delle abitazioni sono inagibili”. Ma il problema è che “con le nuove scosse la gente sta cedendo psicologicamente”, ha aggiunto il primo cittadino.
Faglie in movimento
Gli esperti stanno anche valutando la situazione dopo il terremoto nelle Marche. Inizialmente si era parlato della stessa faglia, che aveva provocato il sisma colpevole di aver raso al suolo Amatrice, Accumoli e Arquata del Tronto. Ma nelle ultime ore ha preso quota un’altra spiegazione: si tratterebbe infatti di una faglia sinora dormiente, che si sovrappone all’altra all’altezza di Norcia (che infatti è stata messa a dura prova da entrambi i terremoti), ma che è stata tuttavia attivata dagli eventi tellurici del 24 agosto. Uno scenario non proprio tranquillizzante: anche nelle Marche è quindi prevedibile un lungo sciame sismico.