Sul salario minimo ormai c’è una quasi unanimità. Non lo dicono solo i sondaggi, dai quali emerge il parere positivo di gran parte degli italiani all’introduzione di una retribuzione oraria minima di 9 euro; anche gli imprenditori non negano il loro favore a questa misura.
L’ennesima conferma arriva dal report del think tank The European House-Ambrosetti, nel quale si parla di proposte per “colmare il divario che penalizza l’Italia sia per quanto riguarda il potenziale di crescita che le disparità all’interno del Paese”. E tra le ipotesi avanzate c’è proprio il salario minimo. D’altronde anche gli imprenditori riuniti al forum Ambrosetti confermano il loro parere positivo.
Il report sul salario minimo
Nel rapporto si parla molto del divario salariale e delle diseguaglianze, sottolineando che proprio la questione relativa agli stipendi è il maggior fattore di rischio per l’Italia. Il nostro Paese è diventato 17esimo nella classifica sulla capacità di attrarre investimenti internazionali.
L’Italia ha scalato la graduatoria rispetto al 22esimo posto del 2021 e al 20esimo del 2022: dati migliorati grazie alla maggiore crescita avuta negli ultimi due anni e non per meriti legati al governo Meloni quindi. Anche perché ora la crescita è finita.
Gli imprenditori favorevoli ai 9 euro l’ora
Il problema principale per l’Italia resta quello legato ai salari e alla crescente precarizzazione, abbinata a “discriminazioni retributive”. Nel privato la paga media dei dipendenti è inferiore fino a 10,7 euro l’ora in settori come quelli di banche e assicurazioni. Cioè parliamo di 21mila euro “di meno di stipendio annuale”.
Un dato che si affianca al fatto che solamente in Italia e in Spagna negli ultimi 30 anni i salari sono scesi a parità d’acquisto. Il salario medio si è addirittura ridotto di 488 dollari, mentre in Germania è aumentato di quasi 14mila dollari. Un abisso tra Roma e Berlino. E così tutti i grandi imprenditori presenti al meeting non possono che essere favorevoli al salario minimo, ribandendo che le loro aziende già applicano retribuzioni più alte. In sostanza a essere contraria al salario minimo è rimasta solamente Giorgia Meloni.