Al dibattito più importante degli ultimi 13 anni sul governo della città di Milano da parte delle giunte di centro-sinistra, il sindaco di Milano, Beppe Sala, non c’era. Era impegnato a Roma da Lilly Gruber….
E sì che era stato proprio il sindaco a chiedere che l’aula di Palazzo Marino votasse un ordine del giorno a favore della famigerata Salva-Milano, la norma approvata dalla Camera, ma impantanata al Senato, che vuole passare un bel colpo di spugna sull’urbanistica “allegra” della città lombarda. Il primo condono edilizio votato (forse) dalla sinistra, che intende sanare i grattacieli nati al posto dei box grazie a una semplice scia; salvare i funzionari che hanno deciso in palese conflitto di interesse; sancire che gli “sconti” ai costruttori sugli oneri (fino al 60%) erano ribassi “buoni e giusti”.
Alla fine l’Odg del Pd è passato con 22 voti favorevoli e 7 contrari. Un esito accolto dai “boo” e i “vergogna” del pubblico presente in aula.
Un documento a favore del colpo di spugna sulle inchieste
Un dibattito, voluto dal Partito democratico milanese, ma accolto con estremo fastidio (eufemismo) dai senatori dem a Roma, che il sindaco aveva richiesto più volte. Uno dei tanti appelli lanciati da Sala (e dai costruttori) affinché il colpo di spugna diventi norma nazionale. Sul provvedimento Verdi e Sinistra Italiana (M5s non è presente in consiglio comunale) da subito hanno annunciato il loro voto contrario, sia a Milano che a Roma.
Comitati e ambientalisti in piazza per dire “no” al condono
Così come del tutto contrari sono i comitati civici milanesi, che ieri hanno manifestato fuori e dentro Palazzo Marino. “Salviamo Milano e l’Italia dai palazzinari e dal cemento” ero lo striscione che comitati e ambientalisti hanno esposto in piazza Scala. La manifestazione era promossa dalla rete di comitati civici e ambientalisti, che aveva già organizzato una manifestazione davanti al Palazzo di giustizia in solidarietà ai pm che stanno coordinando le indagini su presunti abusi edilizi legati a progetti di rigenerazione urbana, una raccolta firme e appelli ai parlamentari.
Irene Pizzocchero, della rete dei comitati, ha spiegato che “siamo contro questo ddl perché per noi è un condono degli obbrobri edilizi che sono stati compiuti a Milano in questi anni. Come comitato siamo stati anche in Procura a fare segnalazioni di svariati cantieri autorizzati con Scia o permessi a costruire convenzionati”. “Il Salva Milano vuole sanare questa situazione dicendo che è semplicemente una interpretazione della legge, in realtà la legge è chiarissima, è il modello Milano che ha favorito i costruttori a scapito dei cittadini”, ha concluso.
Anche la Fillea contro il provvedimento
In piazza anche la Fillea Cgil, che “da subito ha contrastato un provvedimento che condona retroattivamente le procedure autorizzative semplificate su cui sta indagando la magistratura, e rischia di dare il via libera in tutta Italia alla speculazione edilizia e a infiniti contenziosi sulla restituzione degli oneri di urbanizzazione”, spiega il segretario lombardo, Riccardo Piacentini.
L’appello dei 180 docenti a tutti i senatori affinché la norma non passi
Poche ore prima del Consiglio comunale, un appello sottoscritto da 180 docenti universitari in tutta Italia per chiedere al Senato di non approvare il ‘Salva Milano’ è stato inviato alla casella mail di tutti i senatori italiani dopo il via libera a novembre della Camera dei Deputati. Per i firmatari sono almeno quattro le criticità che dovrebbero portare alla bocciatura della norma: “Interviene su inchieste giudiziarie in corso, intralciando il controllo di legalità che la Costituzione affida al potere giudiziario”; “pretende di essere ‘legge d’interpretazione autentica’ mentre non vi sono norme urbanistiche contraddittorie da interpretare, ma leggi chiare da rispettare”; “non ‘interpreta’ la norma, ma la innova”; “imporrà come legge in tutta Italia la pratica dell’urbanistica seguita a Milano, abrogando le disposizioni che impongono la pianificazione attuativa delle città, togliendo così servizi ai cittadini ed entrate alle casse comunali”.
A sottoscrivere urbanisti, giuristi, storici e costituzionalisti
Tra gli aderenti figurano professori appartenenti alla Accademia italiana, urbanisti, giuristi, costituzionalisti, economisti, storici, sociologi, ecologi, territorialisti, geografi come Paolo Maddalena (vicepresidente emerito della Corte costituzionale), Vittorio Angiolini, Angela Barbanente (Presidente della Società italiana degli urbanisti SIU), Paolo Berdini, Roberto Biscardini, Maria Agostina Cabiddu, Piero Cavalcoli, Claudio Cerreti, Vincenzo Cerulli Irelli, Pier Luigi Cervellati, Giancarlo Consonni, Vezio De Lucia, Giorgio Goggi, Arturo Lanzani, Tomaso Montanari, Francesco Pallante, Rita Paris, Paolo Pileri, Salvatore Settis, Pasquale Tridico, Paolo Urbani, Massimo Villone.