La valanga giudiziaria che si è abbattuta sui vertici del Milan e i rumors (sebbene non penalmente rilevanti) sugli acquisti immobiliari dei rossoneri a San Donato svelati da La Notizia, non sembrano al sindaco Beppe Sala motivi validi per bloccare il “dossier stadio”.
A dirlo molto apertamente, ieri, lo stesso sindaco a margine dell’inaugurazione di un centro sportivo a Bruzzano, dedicato al calciatore Davide Astori, ristrutturato anche con i fondi di Fondazione Milan… “A occhio e croce non penso che ci saranno conseguenze – ha spiegato Sala -, perché del fatto che RedBird abbia acquistato il Milan con un prestito fatto da Elliott era una cosa risaputa. Non è certo una novità”.
“Riguardo alla proprietà, credo che possa cambiare relativamente, i fondi da qualche parte devono arrivare”, ha proseguito. Aggiungendo l’ennesimo invito ai club a puntare su San Siro: “Siete sicuri che volete spendere un miliardo” per il nuovo stadio “adesso coi tassi d’interesse che non scendono? Per questo offro San Siro e ovviamente anche perché è nel nostro interesse”.
Stadio del Milan, Sala rilancia sul San Siro al club
Sala ha poi ribadito la volontà di cedere il gioiello dei milanesi ai club, così da poter dare a WeBuild i lavori senza gara. “Se lo stadio fosse di proprietà del Comune, nel momento in cui si dovranno fare i lavori, bisognerebbe fare una gara a cui WeBuild può partecipare come possono partecipare altri – ha chiarito -. Se lo stadio fosse delle squadre potrebbero fare quello che vogliono…”.
“Io sono fiducioso perché penso che ci sono tante buone ragioni per andare avanti in questa direzione – ha concluso – Ma fino a giugno non potremo aggiungere molto. Noi abbiamo già passato a WeBuild tutti i documenti che ci hanno richiesto e so che in questi giorni lo stanno facendo anche le squadre. E WeBuild mi dice di essere in grado di produrre tutto entro giugno”.
Le indagini continuano
Tutti felici e contenti? Mica tanto. A partire dalla Procura di Milano che, a differenza di Sala, considera abbastanza gravi le irregolarità sulle quali indaga. Per i pm Giovanni Polizzi e Giovanna Cavalleri, il fondo Elliott, mantenendo un presunto controllo occulto sul Milan, dopo la vendita sulla carta del club a RedBird nell’agosto 2022, avrebbe guadagnato sia dagli interessi incassati sui soldi prestati per quell’acquisto allo stesso “compratore”, sia da una possibile “ricapitalizzazione” della società rossonera, ossia dall’entrata di nuovi investitori con capitali freschi.
Sarebbe questo, per la Procura, uno dei motivi per i quali il fondo di Paul Singer potrebbe aver deciso di portare avanti l’operazione di compravendita fittizia, continuando a gestire il Milan. A questo proposito, gli investigatori starebbero cercando l’uomo incaricato dal Milan di vendere quote del club al fondo arabo Pif. Qualora questo Mister X fosse riconducibile a Elliott, i pm avrebbero la prova della vendita fittizia. Inoltre, sempre per la procura, la presunta vendita simulata potrebbe essere servita ad Elliott per controllare, allo stesso tempo, il Milan in Italia e il Lille in Francia. Una violazione delle norme Uefa.
Se il Milan rifiuta, lo stadio ai promoter
Tornando a San Siro, se i club rifiutassero del tutto il “regalo” di Sala, il destino del Meazza virerebbe sulla musica. Live Nation, Eventim e Asm Global, i promoter internazionali del business musicale, sarebbero, per il sindaco, i soggetti interessati al Meazza. “Li ho incontrati settimana scorsa per un altro motivo, cioè per ragionare sul calendario di quest’anno. I rappresentanti italiani di queste multinazionali mi hanno espresso un grande interesse per San Siro. San Siro è la Scala del calcio, ma è anche la storia di dove ha suonato Bob Marley. Quindi loro mi dicono che quando parlano agli artisti di un concerto a San Siro c’è questa memoria storica che pesa nella decisione di venire a Milano”.