Il braccio di ferro sul nuovo sovrintendente del Teatro alla Scala finisce con la vittoria del ministro della Cultura Sangiuliano. Il sindaco Beppe Sala, presidente del cda della Fondazione del Teatro, ha dovuto arrendersi all’arrivo da Venezia di Fortunato Ortombina, mettendo da parte l’ipotesi di prolungare di un anno il contratto al sovrintendente Dominique Meyer e al direttore musicale Riccardo Chailly, in scadenza il prossimo febbraio. La pax tra Sangiuliano e Sala è stata ufficializzata ieri in una nota congiunta dove “si assicura che Fondazione e Ministero lavorano a una soluzione condivisa”.
Proprio dal comunicato pare tramontata la possibilità di una proroga a Meyer che ad agosto 2025 compirà 70 anni, età posta come limite per i sovrintendenti. Nel testo si sottolinea la “comune volontà di dare seguito alle vigenti disposizioni legislative” e anche l’impegno di questi mesi di fondazione e governo a fare in modo che “questioni o interferenze di natura politica non trovassero cittadinanza nel corso di questi mesi”.
Sala capitola su Meyer
Per il 16 aprile è stato convocato a sorpresa il Cda del Teatro, segno che un accordo è stato trovato. “Dato che i consiglieri non sanno ancora i dettagli operativi ne parlerò in Consiglio martedì e prima di allora non posso e non voglio dire niente, però mi pare che siamo sulla strada giusta” ha detto ieri Sala.
L’ipotesi che circola è che Chailly resti fino al 2026, quindi con la conferma che dirigerà la prossima inaugurazione di stagione con “La Forza del destino” di Verdi e poi la successiva con “Una Lady Macbeth del distretto di Mcensk” di Sostakovic, prima dell’arrivo di Gatti. Dal comunicato pare invece tramontata ogni ipotesi possibilità di una proroga a Meyer che ad agosto 2025 compirà 70 anni, età posta come limite per i sovrintendenti nel decreto legge dello scorso maggio.
Sangiuliano la spunta su Sala
Nel testo infatti si sottolinea la “comune volontà di dare seguito alle vigenti disposizioni legislative” e anche l’impegno di questi mesi di fondazione e governo a fare in modo che “questioni o interferenze di natura politica non trovassero cittadinanza nel corso di questi mesi. Ogni strumentalizzazione sul punto va dunque respinta con fermezza”.
La nota si conclude con l’onore delle armi a Meyer a cui viene riconosciuto, nel doppio ruolo di sovrintendente e direttore artistico, “un mirabile impegno e una totale dedizione a servizio della Scala che, sotto la sua gestione, ha raggiunto, anche dal punto di vista organizzativo e finanziario, risultati straordinari che costituiscono oggi patrimonio comune per Milano e per l’Italia”.