Prima gli episodi di vandalismo a Ostia e a Trastevere, ora i roghi che hanno devastato la rimessa Atac della Magliana. Sembra sempre più difficile credere alla tragica casualità dopo il ripetersi di episodi quanto meno sospetti di danneggiamenti del patrimonio capitolino. L’ultimo episodio è quello che ha colpito l’azienda del trasporto pubblico, con un incendio spaventoso che ha distrutto sette autobus in via Candoni che erano parcheggiati in attesa di essere rottamati. Insomma vetture non marcianti perché prive di numerose parti, non ultime le batterie, che sembra davvero inverosimile che siano andate a fuoco da sole.
Ne sono convinti tanto all’Ama quanto in Campidoglio dove in molti sono pronti a giurare che si tratti di un incendio doloso. Tesi tutt’altro che surreale perché la stessa Polizia ha ammesso di non escludere alcuna pista, “non di certo quella dell’incendio doloso” tanto che “stiamo cercando di capire quale possa essere stato l’innesco”. Del resto nelle settimane scorse il personale ha più volte denunciato presunte intromissioni nella rimessa, probabilmente per trovare pezzi di ricambio, trovando le reti di recinzione tagliate. “In qualche occasione alcuni erano stati anche colti in fragrante con taniche di benzina al seguito”, fanno sapere da Atac che, proprio per questo, aveva anche rafforzato i controlli.
REGIA OCCULTA. Insomma una serie di atti di vandalismo e di sabotaggio che, però, non è di certo una novità per la Capitale. Anzi durante l’amministrazione Raggi, questi “inconvenienti” sono accaduti con una frequenza maggiore che in passato. “Sono mesi che assistiamo a incendi sparsi su tutto il territorio cittadino: cassonetti, isole ecologiche, impianti dei rifiuti e ora anche depositi bus. Avviene tutto in maniera sistematica” ha dichiarato l’assessore capitolino ai Trasporti, Pietro Calabrese, sottolineando come sembra di assistere a un vero e proprio attacco deliberato. Dubbi legittimi che sono stati condivisi anche dalla Procura di Roma in diverse occasioni. In particolare nell’indagine sul rogo dell’11 dicembre 2018 in cui venne distrutto l’impianto per il trattamento dei rifiuti di via Salaria. Un incendio choc che, come certificato dai pubblici ministeri, fu “sicuramente doloso” ma che non portò a nessuna incriminazione perché non è stato possibile individuare i responsabili.