Bersagliata finanziariamente da pesanti sanzioni la Russia scivola verso il rischio-default. Ma alle previsioni drammatiche per l’economia di Mosca si accompagna anche l’allarme della banca mondiale di una potenziale “catastrofe” per l’economia globale. Che la Russia si avvii verso un collasso dell’economia che potrebbe superare, per gravità, quello visto dopo il default del debito nel 1998, lo sostiene Jp Morgan in un report agli investitori in cui stima un crollo del Pil russo del 7% quest’anno.
Bersagliata finanziariamente da pesanti sanzioni la Russia scivola verso il rischio-default. Lo sostiene un report di Jp Morgan.
“Le sanzioni minacciano i due pilastri di stabilità, la ‘fortezza’ delle riserve in valuta estera della banca centrale e il surplus corrente”, si legge nel report. “Le sanzioni colpiranno nel segno per l’economia russa, che ora è diretta verso una profonda recessione”. È l’effetto anche di un nuovo taglio del rating che avvicina la discesa della Russia ad appena due gradini dal livello ‘CC’ di default. Standard & Poor’s ha infatti portato il suo giudizio sull’affidabilità di Mosca come debitore a CCC-, tre livelli sotto Moody’s e quattro al di sotto di Fitch.
La probabilità di una dichiarazione d’insolvenza della Russia è salita al 67% se si guarda ai contratti credit-default swap sul debito russo in dollari, che a scadenza di cinque anni sono volati a 1.584. Per togliere ulteriormente ossigeno alle finanze di Mosca, ora Usa e Ue stanno spingendo anche sui partner del Fondo monetario internazionale per bloccare il ricorso della Russia ai diritti speciali di prelievo, di fatto congelando 17 miliardi di dollari.
Mentre si studia un nuovo pacchetto di sanzioni che questa volta potrebbe pure impattare sul gas e sul petrolio di Mosca allo scopo di evitare che le entrate da esportazioni controbilancino sia pure parzialmente i danni delle sanzioni decise finora. L’Alto rappresentante dell’Ue, Josep Borrell, ha detto poi che è allo studio l’eventualità di allargare la lista delle banche russe sospese dalla partecipazione al sistema dei pagamenti Swift. Finora sono sette e tra queste non ci sono Sberbank e Gazprombank.
Il collasso dell’economia russa non potrà non farsi sentire a cascata anche sulle economie occidentali, travolgendo fondi d’investimento, banche, aziende più esposte. Se la Borsa di Mosca resta chiusa per evitare il tracollo, le piazze europee vano a picco con Milano a oltre -6%. David Malpass, il presidente della Banca mondiale, spiega che la guerra in Ucraina è “una catastrofe” che taglierà la crescita economica. Un allarme condiviso anche da Moody’s.
“Il resto del mondo – sostiene l’agenzia di rating – sarà colpito dagli shock dei prezzi delle materie prime in un momento in cui l’inflazione è già alta, e dalle ripercussioni finanziarie delle sanzioni contro la Russia e dalla volatilità dei mercati finanziari”. Russia e Bielorussia “subiranno l’impatto più diretto delle sanzioni radicali imposte dagli Stati Uniti e dai loro alleati.
Le sanzioni avranno anche un impatto indiretto sulle entità straniere che fanno affari con la Russia. Tutti questi sviluppi potrebbero avere conseguenze a catena per l’economia globale”. Gli shock sui prezzi delle materie prime – dal petrolio al gas dall’alluminio al grano – aumenteranno le pressioni inflazionistiche, in particolare in quelle economie che sono fortemente segnate dall’import di materie prime russe.