Dopo le critiche espresse dai pentastellati Angelo Tofalo e Paola Nugnes si allunga la lista degli esponenti grillini che vorrebbero mettere in discussione la leadership del capo politico del Movimento, Luigi Di Maio, all’indomani delle europee. “Quando c’è una sconfitta – la ‘lezione da imparare’ – gli errori si distribuiscono, le responsabilità si assumono, i cambiamenti si mettono in conto”, scrive sulla sua pagina Facebook Roberta Lombardi, consigliera M5S alla Regione Lazio.
“La responsabilità in capo ad un solo uomo – aggiunge la pentastellata – è deleteria per il Movimento, ed è un concetto da prima repubblica. Usato e abusato da Renzi & Co. Il modello culturale di riferimento di M5s è la partecipazione, lo sto dicendo in diverse versioni ma il nocciolo è sempre quello: le persone, la rete, ciò che ci ha permesso di acquisire credibilità, autorevolezza, riconoscimento, è basato sulla partecipazione e la condivisione dei valori e dei ruoli. Auto-riconoscersi è l’antitesi della nostra essenza. Grillo e Gian Roberto Casaleggio ci hanno insegnato a stare nel mezzo, ad ascoltare la forza dal basso delle scelte e delle idee di portavoce, attivisti e dei territori: quando scrivevano sul blog – conclude Lombardi – non firmavano mai ‘i Co-fondatori'”.
“Che ci sia bisogno di una discontinuità è fuori di dubbio ma la discontinuità deve essere molto più sostanziosa”, dichiara, invece, Gianluigi Paragone (nella foto) ai microfoni del Fatto Quotidiano Tv. “Domani sera – aggiunge Paragone – finalmente abbiamo la possibilità di discutere in plenaria visto che la riunione di ieri” al Mise “non ha anticipato alcunché”. “E’ domani il luogo idoneo per maturare una scelta tutti insieme. Certo che sì che serve discontinuità – afferma ancora il senatore pentastellato – ma la decisione è stata già presa dai nostri elettori. La generosità di Luigi di avere tre o quattro incarichi deve essere rivista. Il Movimento per ripartire ha bisogno dai una leadership politica h 24, dobbiamo tornare dall’io al noi, l’io è stata una fuga in avanti, forse anche importante in un certo momento, ma quando l’io si trasforma in io con la maiuscola non va più bene”.
“Le lezioni servono per riflettere sugli errori commessi. Evidentemente Roma non è stata di insegnamento. Luigi rifletta se deve dimettersi per un nuovo slancio del Movimento 5 Stelle che non implica rimanere al governo a tutti i costi”, afferma dalle colonne del Messaggero la presidente della Commissione finanze alla Camera, Carla Ruocco. “Ritengo – spiega l’altra esponente del M5S – che agli onori debbano seguire gli oneri. Voglio bene a Luigi con cui per anni abbiamo fatto crescere il Movimento ma c’è una responsabilità politica di questo brutto risultato che non spunta dal nulla ma ha radici lontane: penso all’esperienza di Roma. Sarebbe giusta una riflessione e mi dispiace ma non ho ancora avuto segnali”.