di Monica Setta
”La verità è che non c’è da “rottamare” solo il Pd di Bersani, la stessa operazione andrebbe fatta con il Pdl. Ci vorrebbe un Matteo Renzi anche per il partito di Berlusconi perchè il Cavaliere, come il segretario del Partito democratico, ha fatto ormai il suo tempo”. Francesco Rosario Averna è un imprenditore del sud di lunga ed esperta navigazione nel mare magnum della politica e dell’economia. Amministratore delegato dell’omonimo gruppo, un colosso dello “spirit” presente in oltre 70 paesi al mondo, parla raramente. Ma quando lo fa è schietto. Per il suo paese, che “non è ad un passo dal default ma vive una crisi difficile”, Averna auspica un radicale cambiamento della politica. Anzi, come spiega a La Notizia, punta ad una riforma elettorale e a un semipresidenzialismo sul modello francese. Presidente della Repubblica eletto dal popolo con mandato quinquennale e doppio turno con ballottaggio.
Si comincia a votare per l’elezione del nuovo presidente della Repubblica. Preferenze?
“Se si potessero mandare indietro le lancette dell’orologio, proporrei di affidare non uno, ma altri 3 mandati a Giorgio Napolitano, che ha gestito questa delicata fase della politica italiana in modo egregio, esemplare. Purtroppo, anche per fisiologiche questioni anagrafiche, Napolitano ha escluso con profonda convinzione la possibilità di un bis al Quirinale. Ci sono comunque nel Paese personalità con lo standing adatto e la spendibilità internazionale. Non si deve necessariamente attingere dalla Casta dei “soliti noti”, stavolta”.
Lei sembra dare ragione a Matteo Renzi che è finito sotto tiro nel Pd perchè ha detto esplicitamente che nė Anna Finocchiaro nė Franco Marini avevano i requisiti per succedere a Napolitano. Lei troppo imbarazzante a causa di un marito indagato e di una spesa iper fotografata all’Ikea con tanto di scorta. Lui colpevole, malgrado la solida formazione cattolica, di essere strumentale alla parte “ confessionale” del Pd…
“Non giudico le esternazioni di Renzi in questi due casi specifici, ritengo però che il sindaco di Firenze sia l’unico politico in grado di rappresentare una reale “rupture” rispetto all’oligarchia dei grandi vecchi, dei partiti apparato, della nomenclatura o della stessa Casta. Renzi ha dimostrato di avere un grande entusiasmo e un’apertura mentale di cui la politica oggi ha fortemente bisogno. Mi è molto simpatico, la sua è una sinistra blairiana, moderna. Ci vorrebbe un Renzi anche nel centro destra. Bisognerebbe superare la logica del centralismo berlusconiano e dare un volto nuovo al Pdl. Solo allora, dopo aver fatto la riforma elettorale, sarà possibile votare per due poli contrapposti ognuno con una propria piattaforma di rilancio e rinnovamento del Paese”.
Mi sembra un po’ severo con il Cavaliere, eppure solo sabato scorso a Bari, il leader del Pdl ha dimostrato di riuscire a portare in piazza ancora molti tifosi scaldando il suo elettorato all’idea di nuove elezioni con lui candidato premier…
“Innegabile che Berlusconi sappia dare il meglio in campagna elettorale, ma anche lui, se si tornasse a votare con questa legge elettorale, avrebbe i suoi problemi . Al 90 per cento non riuscirebbe a raggiungere una maggioranza stabile al Senato e dunque anche le nuove elezioni sarebbero inutili oltre a scaricare il loro costo eccessivo sull’economia del paese. Questa legge elettorale con liste bloccate non garantisce una maggioranza netta utile per fare un governo. Personalmente sono favorevole ad un modello francese, un semipresidenzialismo a doppio turno con ballottaggio. Presidente della repubblica eletto dal popolo con mandato di 5 anni. Oggi nessuna forza politica sarebbe in grado di dar vita ad un esecutivo a meno che non si tratti di un governo di unita nazionale. Solo in questo caso si riuscirebbe a dimostrare un senso di responsabilità da parte dei partiti”.
Cosa pensa dei grillini?
“Fanno il loro mestiere, sono sfasciasti, guastatori. Ma non mentono, sono così e basta. Il problema semmai è il Partito democratico che fa un gioco al massacro quando invece dovrebbe dimostrare maggiore senso di responsabilità rispetto al centro destra. Il rischio sociale ê altissimo. Non penso che il Paese sia a un passo dal default, concordo con il presidente della Confindustria Giorgio Squinzi che abbiamo fatto e continuiamo a fare una serie di passi indietro. Il Paese ha ancora i “fondamentali” a posto ma la colpa della politica è immensa. O i politici si svegliano e reagiscono oppure per loro sarà davvero la fine”.