Cinque anni di Europarlamento più 23 di Camera dei deputati. Rosy Bindi ha deciso di lasciare il Palazzo dopo una lunga carriera, in cui ha visto sfaldarsi la Dc e ha subito prima Silvio Berlusconi e poi Matteo Renzi. In un’intervista a Fatto quotidiano, ha annunciato la sua decisione: “La passione mi ha tenuta viva e integra. Fare politica non è un mestiere, ed è impossibile servirla senza quel fuoco che arde. Finita questa legislatura lascerò il campo”. Sui progetti futuri la presidente della commissione Antimafia, ha spiegato: “Vorrei dedicarmi agli studi, tornare al mio vecchio amore per la teologia. E poi viaggiare un po’”.
Ma la Bindi non è intenzionata a sotterrare l’ascia di guerra verso il Rottamatore. “Per prima ho guardato con preoccupazione l’ascesa di Renzi. Si era al tempo della sua candidatura a sindaco di Firenze e già dissi la mia. Sono stata tra i pochi ad essere contraria alla decisione di Bersani di modificare lo statuto per permettergli di candidarsi alla presidenza del Consiglio”. La deputata dem ha rivendicato un’altra posizione: “Sono stata chiara e limpida a sostenere che il referendum sulla Costituzione fosse incostituzionale. Non s’era mai visto che, invece della minoranza, lo promuovesse la maggioranza e addirittura il Governo”. D’altra parte la parlamentare di lungo corso ha evitato di entrare nel dibattito congressuale: ha ammesso la sua “vicinanza” al ministro della Giustizia, Andrea Orlando, ma senza un impegno nella campagna elettorale.