C’è l’emergenza gas e com’è facilmente immaginabile gli animi eccitati partoriscono contributi per il nostro quotidiano bestiario elettorale. Ogni giorno intanto ci rendiamo conto della bassezza morale e culturale della politica.
Poche idee ma confuse
Licia Ronzulli ha le idee confuse sui rigassificatori. Ieri un tweet accompagnato da card ancora più esplicita, della senatrice di Forza Italia candidata in Lombardia, Piemonte e Puglia ha avuto il pregio di lasciarci basiti.
“La realizzazione dei rigassificatori permetterebbe al nostro Paese di importare gas liquido e renderci indipendenti dall’estero”, scrive sui social Ronzulli aggiungendo che “senza i No dei 5 stelle e della sinistra, riusciremo a superare la crisi energetica e mettere al sicuro le nostre famiglie e imprese”.
Ancora più esplicita e confusa (nonché in parte contraddittoria col tweet) la foto che accompagna il tweet: “Rigassificatori subito! Per estrarre gas naturale nazionale e renderci indipendenti dagli approvvigionamenti all’estero”. I rigassificatori però non servono a estrarre gas ma semplicemente permettono di riportare il gas dallo stato fisico liquido a quello aeriforme.
A proposito: a Piombino a non volere il rigassificatore è anche il sindaco che è di Fratelli d’Italia, il partito della leader della coalizione di Ronzulli. A tutto gas verso le figure barbine.
L’aborto morale
Eugenia Roccella di Fratelli d’Italia ospite a In Onda su La7 spiega: “L’aborto è un diritto? Io sono una femminista e le femministe non lo hanno mai considerato un diritto, dicendo che esula dal territorio del diritto». Quando Laura Boldrini le fa notare che sì, in Italia l’aborto è un diritto Roccella insiste: “Non direi che è un diritto, però c’è una legge e la legge va applicata e nessuno la contesta…”.
Secondo Roccella l’aborto non è un diritto perché “è il lato oscuro della maternità” ed è “la maternità che non è mai entrata nello spazio pubblico”. “Quindi l’idea che la maternità non è mai stata considerata come un elemento forte della cittadinanza delle donne…”, spiega. L’unico aborto di cui vergognarsi è questa classe politica che si prepara a governare il Paese.
Meglio tardi che mai/1
Ora si svegliano tutti. Il gas aumenta ed è panico tra i politici nostrani. Del resto noi siamo il Paese in cui un giornalista come Jacopo Iacoboni della Stampa (uno che piace ai “competenti” e quindi è considerato “competenti” l’8 marzo scorso scriveva sul suo account twitter: “Mosca: ‘Tagliamo il gas’ Benissimo, taglino il gas.
Vediamo chi compra il gas russo (Xi Jinping?), e a quali prezzi straribassati glielo compra. L’Europa può tranquillamente trovare altri fornitori (c’è la fila), è la Russia che faticherà drammaticamente a trovare compratori”. Iacoboni e i presunti esperti di geopolitica ora si svegliano e scoprono che questa guerra costa, costa agli ucraini, costa all’Europa.
Meglio tardi che mai/2
Carlo Calenda che fa? Propone di fermare la campagna elettorale e di inscenare una riunione tra “leader” (ovviamente scelti prima di passare dal voto). Il senatore Gaetano Quagliariello coglie il punto: “Sembra quasi che a Calenda più che il rigassificatore interessi la convocazione di un ‘tavolo dei leader’ che gli conferisca lo status – dice-.
La sospensione della campagna elettorale – prosegue – non sarebbe utile soprattutto per chi ritiene che i rigassificatori vadano fatti, perché ogni giorno di dibattito in meno è un giorno perso per far sapere agli italiani cosa intendono fare gli schieramenti in caso di vittoria”. Del resto hanno lucrato su una guerra figuratevi se non hanno lo stomaco di farlo sull’aumento del gas. Avvoltoi.
24-continua