“Sono molto felice, la squadra è forte. Come tutti sanno, la Juve è uno dei top team al mondo. Sono davvero entusiasta”. Lo dice Cristiano Ronaldo in una lunga intervista a Dazn, di cui è diventato global brand ambassador. “A Torino mi sto ambientendo benissimo, sono molto felice – afferma il 5 volte Pallone d’oro – Ci sono condizioni straordinarie. Sono piuttosto sorpreso, in positivo. Ci alleniamo duramente ogni giorno. Non c’è mai un giorno facile. E mi sento davvero entusiasta e felice. Mi piace come ci si allena, la mentalità. E’ positivo. Gli italiani hanno dei metodi particolari. Sono molto, molto professionali. Per questo mi trovo bene”. Il nuovo attaccante della Juventus spiega così la sua scelta: “Ci sono cose nella vita che sembrano dettate dal destino e in questo caso è stato così. Non mi sarei mai aspettato di giocare in questo club, ma certe cose avvengono in maniera naturale. Come tutti sanno, la Juve è uno dei top team al mondo. Per me – aggiunge – è stata una decisione facile. Chiaramente quello che ho fatto al Real Madrid è stato incredibile. Ho vinto tutto con quella squadra, e ho tanti amici lì. La mia famiglia vive lì. Però decidere di venire in questo club straordinario è stato facile, perchè hanno dimostrato di volermi più di tutti. Mi hanno dato un’opportunità e ora sono felice, e voglio tentare di scrivere la storia anche con questo club. E sono felice”. Contro la Juventus ha segnato uno dei gol più belli, se non il più bello nella storia della Champions League, con tanto di standing ovation dei tifosi bianconeri. “Alcuni dicono che quell’episodio mi abbia influenzato, altri dicono di no. Io – precisa, come riporta ‘tuttojuve.com’ – posso solo dire che spesso sono i piccoli dettagli a fare la differenza, per cui…diciamo che quel che ho visto in quello stadio mi ha facilitato, onestamente. Mi dispiace aver segnato contro la mia squadra attuale, ma quello fa parte del passato. Credo che sia stato il gol più bello della carriera finora. E naturalmente quando la gente allo stadio ha iniziato ad applaudirmi, sono rimasto senza parole. Non mi era mai accaduto niente di simile”.
L’obiettivo quest’anno è la Champions League? “Naturalmente – replica CR7 – voglio vincere questo trofeo con la Juve. Ce la metteremo tutta, io e i miei compagni, ma non sarà un’ossessione, passo dopo passo e poi vedremo. Quest’anno, l’anno prossimo, fra tre anni. L’importante per questo club è vincere, la Serie A, la Coppa Italia e avanzare il più possibile in Champions League. La maglia numero 7? Ne ho parlato prima con il club e poi naturalmente con Cuadrado che aveva il 7 l’anno scorso, e lui ha detto: ‘Non c’è problema, ti cedo volentieri la numero 7′. E’ andato tutto bene. Mi ha sorpreso la disponibilità del club e anche quella di Cuadrado. Sono felice di poter continuare a indossare la numero 7”. Una volta ha detto che Alex Ferguson è stato come un padre, Ronaldo conferma: “Certamente. E’ stato importantissimo per me all’inizio della carriera. Mi ero appena trasferito dallo Sporting Lisbona al Manchester United e avevo ancora la mentalità portoghese, per così dire. Troppi doppi passi, spesso non prendevo la decisione giusta. E lui – ricorda – mi ha insegnato a migliorare questi aspetti. In Premier League sono tosti, non te le mandano a dire. E, come ho già detto tante volte, è stato lui a insegnarmi tutto. Per questo lo considero come un padre nel calcio, perchè mi ha aiutato tantissimo al Manchester United”. Gli chiedono come affronti la pressione, Ronaldo ammette che “non è facile, però ci sono volte in cui mi piace giocare sotto pressione. Una pressione positiva. Caricarsi di troppe responsabilità può avere un effetto negativo su di te. Comunque subire pressioni fa parte del mio lavoro. Devi imparare a conviverci. Fa parte dell’essere CR7. Giocare sotto pressione fa parte del mio DNA, ma non è un problema, so come gestirmi”.
Nell’intervista a Dazn si parla anche del lato familiare di Ronaldo. “Avere tre bambini per casa è una sensazione incredibile. Ogni giorno imparo qualcosa di nuovo. E’ bello vederli crescere giorno per giorno. E tutte le domande che ti fanno, il modo in cui ti guardano e ti sorridono, quando si rendono conto che sei il loro papà. Mi diverto un mondo e mi godo ogni momento non solo con il più grande, Cristiano, che ha otto anni. Mi chiamano sempre papà. E’ una bellissima sensazione. Ho due bambine e un maschietto. Adesso iniziano a dire le prime paroline. Cominciano a camminare. E’ un viaggio stupendo che sto godendo a pieno. Onestamente, sono loro che mi danno la forza di alzarmi ogni mattina per allenarmi e dare sempre il massimo per avere successo in quello che faccio. E’ fantastico, sono davvero fortunato. Come ha preso Cristiano jr questi nuovi arrivi? In effetti lui è molto competitivo. E’ come me da piccolo. Non gli piace perdere. Diventerà come me, ne sono sono sicuro al 100%. Mi piace insegnargli alcune cose, ma alla fine sceglierà lui cosa fare e avrà sempre il mio sostegno. Però certo, mi piacerebbe che diventasse un calciatore perchè penso che anche lui abbia quella passione. E’ potente, veloce, ha buona tecnica, un buon tiro. Ma alla fine sarà lui a decidere. E poi è ancora giovane. Non gli metterò pressione, però – conclude – naturalmente per me sarebbe un sogno vederlo un giorno diventare calciatore”.
(ITALPRESS).