di Stefano Sansonetti
Soltanto il tempo dirà se la scelta è vincente. Di sicuro il modo in cui l’operazione viene declinata, soprattutto in queste ore, non può non far riflettere. Roma, in questo periodo, gode degli onori della cronaca per vari motivi, tra sgomberi di migranti e assessori che vengono messi alla porta. Accompagnata da questo rumore di sottofondo, e dalla disattenzione generale che ne consegue, la giunta guidata da Virginia Raggi sta per costituire una nuova maxi società mista pubblico-privata. A questa, dal 2018, verrà affidata tutta una serie di servizi che vanno dalla pulizia degli asili nido alla manutenzione del verde, dall’assistenza al trasporto scolastico, alla pulizia delle piste ciclabili. Lo scorso 28 agosto è stato pubblicato dal Campidoglio il relativo bando, che tecnicamente ha un doppio oggetto: l’individuazione di una società privata da far entrare con il 49% nella newco, ossia la nuova società, e l’affidamento a essa della gestione delle suddette attività. Il tutto, occhio alla cifra, per 473 milioni di euro nei prossimi 8 anni. Insomma, quella che si sta sviluppando in Campidoglio, per ora un bel po’ sottotraccia, è un’operazione colossale.
I dettagli – Ma cosa c’è dietro? L’intenzione di affidare una gran quantità di servizi di interesse generale a una società mista era stata già comunicata dalla Raggi alla fine di luglio, dopo che nelle settimane precedenti era scoppiata una specie di rivolta in Roma Multiservizi. Quest’ultima, detenuta al 51% dall’Ama e al 49% dalla coop rossa Manutencoop, è la società che finora si è occupata a vario titolo di manutenzione e pulizia di alcuni immobili comunali, senza troppa fortuna. Questa estate i suoi vertici hanno annunciato la messa in mobilità di circa 700 dipendenti su 4mila, stanti le difficoltà economiche della società. La mazzata finale sarebbe stata l’esclusione della Multiservizi dall’aggiudicazione di alcuni lotti di un maxiappalto per la pulizia a beneficio dell’Atac (altra azienda oggi agli onori della cronaca). Ecco allora che la nuova newco sarebbe anche un modo per completare il superamento della Roma Multiservizi, certo non una società modello dell’Ama, salvaguardando i suoi 4mila dipendenti. La nuova società, come emerge dallo statuto allegato alla procedura di gara, all’inizio avrà un capitale sociale da un milione di euro e un Cda composto da 5 membri: 3 nominati dal Comune di Roma, con dentro il presidente, e 2 dal socio provato, che potrà indicare l’Ad. Del resto, spiega sempre lo statuto, la Capitale avrà poteri di indirizzo e controllo sulla società, mentre al privato verranno delegati i poteri gestionali. Lo stesso privato, vincolato al Comune da un pato parasociale, non potrà disfarsi delle azioni prima di 8 anni. Dopodiché il suo 49% verrà ceduto al privato che si aggiudicherà la nuova gara oppure al Comune di Roma.
Sviluppi – Naturalmente il Campidoglio nelle carte dice che questa della società mista è la scelta perfetta per garantire economicità ed efficienza nella gestione di alcuni servizi di interesse generale. E spiega che i privati interessati a entrare nella newco dovranno far pervenire il loro interesse entro il 27 ottobre del 2017. Ma è chiaro che affidare per otto anni consecutivi i servizi in questione a una nuova società partecipata dal Campidoglio, nella quale peraltro recuperare il carrozzone Multiservizi, significa togliere dal mercato queste attività per un lasso di tempo molto ampio. L’impressione è che la trovata della Raggi, sponsorizzata dall’assessore dimissionario alla partecipate Massimo Colomban e condivisa dall’allora assessore al bilancio Andrea Mazzillo (recentemente defenestrato), sia un modo per salvare un po’ capra e cavoli. Il tutto all’interno di una partita delicatissima, anche se molto meno conosciuta di quella che si sta giocando intorno all’Atac.
Twitter: @SSansonetti