“La revoca del patrocinio manda un messaggio chiaro e inequivocabile: la destra ostacola la promozione della diversità e dell’uguaglianza”. Abbiamo raggiunto l’europarlamentare del Movimento 5 Stelle e vicepresidente dell’intergruppo Lgbt+ al Parlamento europeo, Fabio Massimo Castaldo, che ha commentato la scelta del presidente della Regione Lazio, Francesco Rocca.
Come giudica la revoca del patrocinio al Roma Pride 2023 di domani da parte della Regione Lazio?
“È semplicemente la conferma, se ce ne fosse ancora bisogno, del pensiero discriminatore, intollerante e omofobo proprio delle destre, uno sguardo che abbiamo imparato a conoscere nostro malgrado e che combatteremo sempre. Non sorprende dopotutto che anche la Lombardia abbia negato il sostegno alla manifestazione Ricordiamo che i Pride sono eventi inclusivi il cui obiettivo è quello di promuovere la diversità e la lotta per i diritti delle persone LGBTIQ+”.
Sembra che il governatore Rocca abbia ridotto tutto alla questione della Gestazione per Altri, ma come ha detto Amnesty International “è del tutto normale e, anzi, è una loro caratteristica, che i pride raccolgano richieste non necessariamente allineate tra loro”…
“Una motivazione del tutto riduttiva, poiché i Pride sono molto più ampi e abbracciano una vasta gamma di richieste e tematiche. La diversità di opinioni all’interno della comunità LGBTIQ+ e in queste grandi manifestazioni è intrinseca. La revoca del patrocinio manda un messaggio chiaro e inequivocabile: la destra ostacola la promozione della diversità e dell’uguaglianza. Sono certo che sabato Roma sarà invasa dall’amore, dalla voglia di autodeterminarsi, di difendere i diritti acquisiti e di reclamarne degli altri”.
Il presidente Giuseppe Conte ha detto che non sarà presente in piazza domani, a causa di un impegno familiare improrogabile, sollevando diverse polemiche. Le bandiere del Movimento 5 Stelle sventoleranno tra le vie di Roma?
“Il presidente Conte ha spiegato chiaramente i motivi, del tutto personali, per cui non potrà partecipare al Roma Pride 2023 e sfilare al nostro fianco a sostegno di una battaglia che condivide e ritiene fondamentale. Il Movimento ha aderito alle manifestazioni che si svolgeranno nelle varie piazze d’Italia e le nostre bandiere sventoleranno tra le vie di Roma come segno di sostegno e consapevolezza riguardo all’importanza di questa lotta”.
Con le destre al governo, a suo avviso, c’è il rischio di un ritorno al passato in tema di diritti e libertà?
“Tanto a livello nazionale, quanto a livello regionale, le scelte di questo governo rischiano di cancellare con una pericolosa passata di gomma tutte quelle piccole grandi conquiste sui diritti raggiunte con battaglie difficili e faticose durate decenni. Vogliono usare le istituzioni per limitare le libertà. Il rischio di riportare il Paese indietro in tema di diritti e libertà è una preoccupazione condivisa e sotto molti aspetti è già una realtà. Lo abbiamo visto con lo stop alle trascrizioni per concedere la tutela legale ai genitori dello stesso sesso. Le decisioni del governo italiano sono state ampiamente condannate anche da leader stranieri e dalle istituzioni internazionali, tra cui il Parlamento europeo, che ha sostenuto un emendamento definendo tali azioni discriminatorie”.
Lei è vicepresidente dell’intergruppo Lgbt+ al Parlamento europeo. Quali sono le battaglie che state portando avanti? Quali le conquiste ottenute finora?
“Abbiamo ottenuto diverse conquiste significative e stiamo portando avanti una serie di battaglie importanti. Il numero di membri dell’intergruppo è aumentato notevolmente, passando da poco più di 120 a 157 parlamentari. Siamo diventati il più grande intergruppo di questa legislatura. Abbiamo raggiunto una distribuzione geografica e politica più equa. Abbiamo promosso l’avvio di procedure di infrazione su casi di gravi violazioni dei diritti. Abbiamo contribuito all’adozione della risoluzione sulla “LGBTIQ Freedom Zone” e sostenuto la prima strategia LGBTIQ dell’Unione europea. E continueremo a impegnarci affinché la salvaguardia dei diritti umani e delle libertà fondamentali rimangano al centro dell’agenda politica, indipendentemente dall’orientamento ideologico del governo”.