A circa un anno dalla nomina di Daniele Pace a capo del Cda di Ama non sono mancate le polemiche sulla gestione della partecipata che gestisce la raccolta dei rifiuti a Roma e che conta oltre 7.000 dipendenti, un bacino di utenza di 2.848.084 romani e una raccolta di circa 1.570.000 tonnellate di spazzatura l’anno. Immondizia divenuta ormai il biglietto da visita di una città che oltre a non fare la differenziata non dispone neppure di impianti. E come se non bastasse a mancare sono le assunzioni del personale ed il dialogo con i sindacati come la Cgil che ieri, dopo la replica dell’Ad di Ama al tweet dell’attore Alessandro Gassman sull’inadeguatezza dei cestini di Roma, è intervenuta nel dibattito.
La Cgil contro l’azienda che cura la raccolta dei rifiuti a Roma. Dopo due anni lo scaricabarile non regge più
“Dispiace aprire i giornali e scoprire che l’Ad di Ama, Daniele Pace, anziché chiedere scusa per le condizioni di pulizia della Capitale e promettere un maggior impegno, abbia perso l’ennesima occasione per restare in silenzio. È tempo che guardi in faccia la realtà, riconosca gli errori, la smetta di attaccare i diritti delle lavoratrici e dei lavoratori, a partire da azioni unilaterali sulla contrattazione integrativa, e metta in campo le scelte di cui la cittadinanza e il personale di Ama hanno bisogno – ha accusato su Facebook il leader della Cgil Roma-Lazio Natale di Cola -. Roma è ancora lontana da una città che può essere definita pulita. Il servizio è in grande difficoltà, nonostante l’impegno delle lavoratrici e dei lavoratori che continuano ad essere lasciati a raccogliere i cumuli di rifiuti a mano, perché manca un vero piano industriale per Ama e perché non c’è una discussione sul decoro della città”. Ma non è tutto.
“Sulla cura della Capitale, sul modello e sul progetto industriale di Ama, che significa investimenti sul personale, sull’impiantistica, sui mezzi e gli strumenti, vorremmo che l’amministrazione e il management di Ama mettano in campo percorsi di condivisione sulle scelte strategiche per il rilancio di un’azienda ormai prossima all’essere esausta – ha proseguito di Cola -. Solo negli ultimi mesi, a Natale, a Pasqua e dopo la chiusura, per ragioni tecniche, di Rocca Cencia, abbiamo più volte denunciato criticità e mancanze strutturali di Ama chiedendo all’amministrazione capitolina di aprire un confronto che da due anni, su questi temi, manca. Per il cambio di passo di cui la città ha bisogno è necessario smetterla con il nascondere e minimizzare i problemi”. Criticità a cui si aggiunge anche un’altra segnalazione della Cgil dei mesi scorsi riguardo l’assunzione di alcuni manager di cui uno a capo del personale a 225mila euro l’anno.
“Hanno assunto 5 manager che abbiamo contestato invece di assumere altro personale, e la goccia che ha fatto traboccare il vaso è la risposta che Daniele Pace ha dato ad Alessandro Gassman sui cestini di Roma inadatti per i troppi rifiuti della capitale. Perché invece di dire siamo in difficoltà ha scaricato la colpa sull’ex sindaca Virginia Raggi nonostante ci siano loro da due anni – ha aggiunto, sentito da La Notizia, lo stesso di Cola -. Cercano di portare la responsabilità da un’altra parte, in più oltre l’emergenza rifiuti che ricade sulla salute pubblica, ci sono i dipendenti costretti a lavorare in condizioni pessime e non stanno investendo sulla raccolta differenziata, non c’è un piano industriale, mancano gli impianti, il ciclo dei rifiuti non può essere chiuso e la tariffa che pagano i cittadini non potranno diminuire anzi siamo convinti che aumenteranno. Ricordiamo che i romani oltre a pagare una delle tariffe più alte più alte d’Italia hanno un rapporto costo qualità che è certamente il peggiore. Avremmo voluto incontrare Gualtieri su questi temi ma in due anni non ci ha mai ricevuto”.