Roma, conosciuta per la sua ricchezza storica e culturale, si trova ora al centro di una sfida climatica crescente. Che non può essere sottovalutata. Secondo il recente rapporto “Città Clima 2023” di Legambiente, la Capitale d’Italia ha registrato il maggior numero di alluvioni nel paese negli ultimi 14 anni. Questo dato sorprendente mette in luce la vulnerabilità di Roma di fronte ai cambiamenti climatici e ai fenomeni meteorologici estremi. Il rapporto svela che, nonostante gli sforzi di mitigazione, le forti piogge hanno colpito Roma con una frequenza e intensità senza precedenti. In totale, parliamo di 49 allagamenti negli ultimi 14 anni. Di fatto, più di tre ogni anno che passa.
Secondo il recente rapporto di Legambiente, la Capitale ha registrato il maggior numero di alluvioni nel paese negli ultimi 14 anni
Questi eventi hanno causato significative interruzioni, danneggiando infrastrutture e mettendo a rischio il patrimonio storico della città. I quartieri più colpiti includono aree densamente popolate e zone storiche, dove l’antica rete fognaria spesso non riesce a gestire il flusso d’acqua eccessivo. La mappa inclusa nel rapporto evidenzia specificamente le zone di Roma più vulnerabili. I quartieri più a rischio sono: a sud-ovest Ostia, Acilia, Casal Palocco, Infernetto, Eur Torrino, Tor di Valle; a est Tiburtina e Prenestina; a nord Settebagni, Labaro, Salaria e Tiberina, centrali Villaggio Olimpico, Corso Francia, Via Guido Reni.
I finanziamenti per scongiurare che le città diventino fiumi sono passati da 2,4 a 1,2 miliardi
Negli ultimi anni “si è ridotto il tempo di ritorno tra un fenomeno meteorologico e l’altro. Dal 2010 al 2022, infatti, in 780 Comuni italiani si sono verificati 1.503 eventi estremi. È un numero sempre più in aumento, specialmente se si guarda alle politiche di consumo del suolo. Negli anni passati per trovare dati così allarmanti dovevamo andare indietro di quarant’anni”, ha spiegato il presidente di Legambiente Lazio, Roberto Scacchi. Questi dati sono particolarmente preoccupanti considerando il valore storico e culturale di questi quartieri, che attirano milioni di turisti ogni anno. Di fronte a questa emergenza, Legambiente sottolinea l’importanza di adottare misure di adattamento e mitigazione più efficaci.
Tra queste, si propone il miglioramento dei sistemi di drenaggio urbano, la creazione di spazi verdi per l’assorbimento delle acque piovane, e l’implementazione di strategie di pianificazione urbana che considerino i rischi di alluvioni. In conclusione, il rapporto “Città Clima 2023” è un campanello d’allarme per Roma. Richiede un’azione immediata e coordinata tra enti governativi, comunità locali e esperti ambientali. Solo attraverso un approccio proattivo e innovativo, Roma potrà proteggere il suo inestimabile patrimonio e garantire la sicurezza dei suoi abitanti di fronte ai crescenti rischi climatici.
Lazio e Sicilia le regioni più colpite dagli allagamenti
Ma non è tutto. Perché Legambiente ha analizzato anche i dati regione per regione. I numeri parlano da soli: negli ultimi 14 anni – dal 2010 al 31 ottobre 2023 – sono stati registrati dall’Osservatorio Città Clima di Legambiente 684 allagamenti da piogge intense, 166 esondazioni fluviali e 86 frane sempre dovute a piogge intense, che rappresentano il 49,1% degli eventi totali registrati. In questi 14 anni, le regioni più colpite per allagamenti sono state la Sicilia, con 86 casi, seguita da Lazio (72), Lombardia (66), Emilia-Romagna (59), Campania e Puglia (entrambe con 49 eventi), Toscana (48). Per le esondazioni fluviali al primo posto la Lombardia con 30 casi, seguita dall’Emilia-Romagna con 25 e dalla Sicilia con 18 eventi. E in tutto questo il governo che ha fatto? Ha dimezzato le risorse destinate a contrastare il dissesto idrogeologico, da 2,49 miliardi a 1,203 miliardi, in un Paese dove si sono spesi in media oltre 1,25 miliardi all’anno per le emergenze.