Tra un tweet e l’altro di plauso ad Angela Merkel per il superamento dello stallo istituzionale in Germania, nel venerdì nero della viabilità cittadina per lo sciopero del trasporto pubblico, il premier Paolo Gentiloni si ritaglia qualche minuto di tempo per una stilettata alla sindaca, Virginia Raggi. “Noi siamo il governo e non possiamo non avere uno spirito di collaborazione su Roma anche se talvolta questo aiuto è stato accolto con sospettosa riluttanza”, chiarisce tanto per puntualizzare la natura dei rapporti tra Palazzo Chigi e il Campidoglio. “Il governo c’è, apprezza lo sforzo per dare alla città un respiro lungo e sollecita tutti ad avere per Roma l’ambizione universale che questa città merita”, aggiunge il presidente del Consiglio. Aggiungendo che il suo Esecutivo “non sta alla finestra”. Anzi. “Ha dato risposte alle crisi e alle difficoltà mostrate dalla Capitale anche con il tavolo per Roma per il quale qualcuno ha alzato il sopracciglio – assesta il colpo alla Raggi –. Noi siamo il governo e non possiamo non avere uno spirito di collaborazione, per ciò che concerne la capitale d’Italia”. Parole che, ovviamente, non sono passate inosservate negli uffici del Campidoglio. Passano pochi minuti e arriva, puntuale, la replica della sindaca di Roma.
“Siamo in campagna elettorale, quindi ricomincia a valere il principio secondo il quale ‘vince’ chi urla, offende e attacca l’avversario con buona pace dei programmi – risponde la Raggi -. Oggi (ieri, ndr) è il turno di Gentiloni contro Raggi”. Poi, dopo il contrattacco, la sindaca entra nel merito delle questioni sollevate dal presidente del Consiglio. “Ho chiesto più volte al premier che l’Esecutivo si adoperasse finalmente per attuare la legge che nel 2010 ha istituito Roma Capitale – accusa -. Il governo non ha mai risposto”. Poche parole affidate alla propria bacheca Facebook, per rispondere punto per punto all’affondo del premier. “In genere, evito le polemiche ma non amo le falsità. Se Gentiloni è davvero in buona fede, come pare, si impegni sui decreti attuativi della legge per Roma Capitale – chiede la Raggi -. Per governare questa città servono i poteri che hanno tutte le altre grandi capitali d’Europa e non chiacchiere prima del voto. Questa è la vera prospettiva di lungo periodo”. Anche perché, ricorda la sindaca, “in questi mesi, come lui stesso sa bene, con alcuni ministri c’è stata una proficua collaborazione, non ‘urlata’ in tv e giornali, che ha portato a buoni risultati per i cittadini. Spero che si mettano da parte polemiche giustificate soltanto dalla smania elettorale di qualcuno”.
Chissà se tra quei ministri la Raggi include Carlo Calenda. Che ieri ha non ha perso occasione per inserirsi nella polemica. Il titolare dello Sviluppo si è detto favorevole ad istituzionalizzare il tavolo per Roma. Invitando la Raggi a “partecipare in prima persona”. Altrimenti “passa il cadavere della capitale molto prima di quello di chi la sta gestendo”.