Parte il grande Risiko della Sanità laziale. Un vero e proprio tsunami che il nuovo governatore del centrodestra Francesco Rocca si prepara a scatenare. Anche ricorrendo ai commissariamenti. È questo quello che emerge dalle fonti consultate da La Notizia che svelano quali sarebbero i primi passi del presidente della Regione con seconda poltrona al vertice della Croce Rossa Internazionale.
Il primo cambiamento sarebbe previsto nell’Asl di Latina, dove il direttore generale Silvia Cavalli che ha tenuto testa allo scandalo del concorsopoli dell’azienda e non ha riammesso i funzionari coinvolti nell’inchiesta giudiziaria, dovrebbe andare a ricoprire l’incarico minore di Direttore di Unità complessa al Policlinico Umberto I. Al suo posto verrà nominato un commissario che, molto probabilmente, sarà scelto su indicazione del Ras pontino di Forza Italia Antonio Fazzone.
Pioggia di rinunce e commissariamenti a tappeto. Nella sanità laziale ci sarà spazio solo per i fedelissimi del governatore Rocca
Alla Asl Roma 6, invece, il posto ancora vacante dopo la nuova nomina a direttore generale dell’Inmp di Cristiano Camponi, l’indicazione del successore dovrebbe essere affidata a Mr. preferenze Giancarlo Righini, neo assessore al bilancio (nonostante i guai giudiziari del passato oggi prescritti) della Giunta Rocca.
Tra i nomi che circolano c’è quello di Francesco Marchitelli, direttore amministrativo dell’Aou Materdomini di Catanzaro, che ha già lavorato all’Asl Roma 6. A fare le valigie dovrebbe essere anche il direttore generale del San Giovanni Addolorata, Tiziana Frittelli, che lascerebbe il posto a Paola Corradi, dg dell’Ares 118 (in pole anche per l’Asl Roma 1), per traslocare alla Asl di Rieti. La Corradi, che da oltre un decennio è direttore generale nella stessa azienda, è anche parente del neo assessore al bilancio Giancarlo Righini.
In bilico resta anche la casella dello Spallazani, dopo che il direttore generale, Francesco Vaia, è in attesa della chiamata dell’Oms come rappresentante dell’Italia. Torna a casa da Cosenza l’ex Dg Vitaliano De Salazar che, grazie all’emendamento sui direttori generali infilato nel decreto Milleproroghe, rientra a pieno titolo nell’elenco. Un elenco chiuso il 15 marzo e che verrà reso pubblico con i nomi degli ammessi il 30 aprile. Come abbiamo già raccontato su La Notizia, potranno fare domanda “anche coloro che hanno ricoperto l’incarico di commissario o sub-commissario per l’attuazione del Piano di rientro dai disavanzi del settore sanitario”.
L’emendamento del Milleproroghe che ha come primo firmatario il senatore forzista Mario Occhiuto, fratello del governatore della Calabria, sarebbe funzionale non solo ai nuovi governi di Lazio e Lombardia ma servirebbe anche da stampella al decreto Calabria che scade l’8 maggio quando decadranno tutti i commissari delle Asl calabresi che non erano presenti nell’elenco. Tra i quali lo stesso De Salazar, Simona Carbone, Gianluigi Scaffidi e Vincenzo Spaziante.
A fare domanda per entrare nell’elenco anche Massimo Scura, ex commissario della Calabria, che era finito nell’inchiesta giudiziaria “Sistema Cosenza” e addirittura anche il governatore della Campania Vincenzo De Luca. Una rosa di candidati che, con i 150 aspiranti direttori generali freschi dei corsi di formazione universitari completati a dicembre, hanno poco a che fare e che soprattutto limitano le possibilità di inserimento e di carriera nelle Asl e nelle aziende sanitarie pubbliche perché le ingerenze della politica come è ormai noto non lasciano spazio a nessuno, spesso a discapito del servizio sanitario pubblico.
Insomma, tornando al Lazio, il “rinnovamento” promesso da Rocca sembra più che altro un ritorno al passato. All’era Storace e al sistema della rotazione forzata dei direttori generali che rifiutano di rassegnare le dimissioni per lasciare spazio ai fedelissimi del governatore di turno.