L’ex deputato Marco Rizzo brinda alla morte di Gorbaciov. Il tweet del segretario del Partito Comunista ha innestato una violenta polemica sui social
Rizzo brinda alla morte di Gorbaciov: il killer del comunismo
La morte di Mikhail Gorbaciov ha suscitato reazioni che si pongono ai poli opposti dello spettro emotivo a seconda della porzione di mondo in cui è stata diffusa. Si spazia, ad esempio, dalla tristezza nostalgica dell’Occidente all’indifferenza dell’ex Urss che l’ultimo Segretario del Patito Comunista contribuì a portare al disfacimento. In Russia, in particolare, le emittenti hanno taciuto la notizia, cogliendola con ostinata indifferenza.
Commenti intrisi di astio, tuttavia, non sono mancati in Occidente e neppure in Italia. “Era dal 26 dicembre 1991 che avevo aspettato di stappare la migliore bottiglia che avevo…”. Sono state queste le parole postate su Twitter con le quali l’ex deputato e segretario del Partito Comunista dal 2009, Marco Rizzo, ha accolto la morte del padre della perestrojka e Premio Nobel per la Pace. Rizzo, tra i fondatori di Rifondazione comunista e Italia sovrana e popolare, ha ricordato il giorno in cui Gorbaciov segnò definitivamente la fine dell’Unione Sovietica. La dissoluzione dell’Urss, poi, divenne ufficiale nella notte tra il 31 dicembre 1991 e il 1° gennaio 1992.
Era dal 26 dicembre 1991 che avevo aspettato di stappare la migliore bottiglia che avevo… pic.twitter.com/DyZVbs0I0H
— Marco Rizzo (@MarcoRizzoPC) August 30, 2022
Ma è bufera sui social: il botta e risposta
La frase di Rizzo ha scatenato un putiferio sui social media. Il tweet condiviso nella serata di martedì 30 agosto, infatti, è stato inondato da una valanga di commenti che hanno contestato contro le parole dell’ex deputato. Alcuni utenti, ad esempio, hanno condiviso messaggi come: “Lui sarà ricorda nella storia per aver liquidato quell’orrore che fu l’Urss. Lei invece non sarà ricordato da nessuno. E nemmeno la sua meschinità. Si vergogni”.
Poco dopo la pubblicazione del post, il segretario del Partito Comunista ha tentato di correggere il tiro scrivendo: “È chiaro che la mia è una provocazione voluta, quasi di tipo dadaista, non sono mica stupido… Gorbaciov è un’icona della mondializzazione, del mainstream – e ha aggiunto –. Ma ha innescato il processo di globalizzazione che ci ha portato alla situazione attuale. Ogni giorno ci sono persone che muoiono di guerra, di fame, di infortuni sul lavoro, di vaccini”.
L’ex deputato, poi, si è scagliato contro i giornali italiani, denunciando: “Dopo 15 minuti dal mio tweet c’erano i quattro giornali più importanti del mainstream che lavoravano per la mia crocifissione. La mia, lo ripeto, era una provocazione voluta. Più o meno successe lo stesso quando morì la Thatcher. Quello che sono nemici dei popoli vengono osannati. Io rimarco non voglio essere ben citato dai giornaloni”.
Rizzo non è nuovo alle polemiche social. Negli anni della pandemia, infatti, ha spesso attaccato misure come la vaccinazione obbligatoria e l’adozione del Green Pass. Le sue posizioni lo hanno, quindi, rapidamente trasformato in un’icona dei no vax. Sulla guerra in Ucraina, invece, ha affermato di non essere dalla parte di Vladimir Putin ma comunque di considerare che il conflitto sia scoppiato su “provocazione” americana.