di Stefano Iannaccone
L’ultimo a cambiare casacca è stato l’ex leader dei dissidenti, Walter Rizzetto, che ha aderito al gruppo alla Camera di Fratelli d’Italia. “Escludo che entreremo nel Pd”, diceva un anno fa. Ed è stato di parola: ora è nel gruppo di Giorgia Meloni. Ma Rizzetto è in buona compagnia tra gli ex parlamentari dei 5 Stelle: molti eletti del Movimento hanno cambiato idea rispetto ai tempi della candidatura nelle pentastellate. Quasi tutti sono transitati per il gruppo Misto prima di approdare altrove. Il caso più eclatante è quello della senatrice Adele Gambaro, saltata da Beppe Grillo a Denis Verdini. Singolare anche il caso di Fabiola Anitori, che a Palazzo Madama è parte dell’Area popolare di Angelino Alfano.
IN MAGGIORANZA – “Ho abbandonato un partito al 25% per entrare in uno schieramento al 5-6%. Vi pare una scelta opportunistica?”, dice Rizzetto a La Notizia, motivando le ragioni del suo passaggio a Fratelli d’Italia. “Da tempo collaboravo con Giorgia Meloni. La mia non è una decisione basata sulle poltrone o sui denari”, aggiunge il deputato che ha lasciato il gruppo Misto. Ci sono altri ex 5 Stelle che hanno scelto il Partito democratico, come Sebastiano Barbanti: prima è andato in Alternativa libera, che univa i fuoriusciti dal M5S, poi è tornato nel gruppo misto e infine è entrato nel Pd qualche giorno fa. Più veloce il cambio di idea per Gessica Rostellato: è stata in Alternativa libera appena due mesi, da febbraio ad aprile 2015, poi è diventata deputata dem. Raggiungendo – a distanza appena qualche settimana dopo – altri due ex grillini, Alessio Tacconi e Tommaso Currò, folgorati sulla strada del renzismo. Più laborioso il percorso di Paola Pinna: dopo l’addio a Grillo ha sposato la causa di Scelta Civica nel marzo 2015; un anno dopo è andata nel Partito democratico. Il passaggio nelle file della maggioranza è avvenuto anche in altre forme. Come per i senatori Alessandra Bencini e Maurizio Romani, che hanno rianimato l’Italia dei Valori – sostenendo il governo – a Palazzo Madama. Nei prossimi giorni potrebbe arrivare l’adesione di Serenella Fucksia ai Moderati lanciati dal viceministro dell’Economia, Enrico Zanetti. Molto travagliato il tragitto di Ivan Catalano, che aveva aderito a Scelta civica alla Camera salvo tornare nel Misto a febbraio 2016. Infine Lorenzo Battista e Luis Alberto Orellana sono nel gruppo Per le Autonomie al Senato-Psi, e votano da tempo la fiducia al governo.
DIASPORA – Ma non solo il Pd ha beneficiato della diaspora pentastellata. Pure la sinistra radicale ha rinforzato la pattuglia parlamentare. A fare da battistrada è stato Adriano Zaccagnini, uno dei primi dissidenti. Da novembre 2014 siede tra i banchi di Sel alla Camera. Dopo meno di un anno lo hanno seguito i senatori Fabrizio Bocchino e Francesco Campanella, oggi rappresentanti di Sinistra italiana. Ci sono poi altri ex frondisti del Movimento che restano avversari di Renzi, come Paola de Pin, Monica Casaletto e Bartolomeo Pepe componenti del “gruppo contenitore” Gal a Palazzo Madama. I deputati Mara Mucci e Aris Prodani, a febbraio 2015 erano passati in Alternativa libera, ma ora sono di nuovo nel Misto, ricongiungendosi agli ex colleghi di Movimento Alessandro Furnari, Vincenza Labriola e Cristian Iannuzzi. In Alternativa libera – che si è unito ai civatiani di Possibile – sono rimasti invece Massimo Artini, Tancredi Turco, Samuele Segoni, Marco Baldassarre, Eleonora Bechis. Anche al Senato ci sono i duri e puri, usciti dal Movimento e che non hanno cercato una nuova casa, restando nel gruppo Misto come Giuseppe Vacciano, Maria Mussini, Laura Bignami, Cristina De Pietro, Marino Germano Mastrangeli, Francesco Molinari, Maurizio Romani, Ivana Simeoni.
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