Una risposta senza precedenti al problema dei rifiuti nella Capitale. A fornirla è l’Acea, l’azienda partecipata dal Campidoglio e che sotto la guida dell’Ad Stefano Donnarumma sta macinando progetti, servizi ai cittadini e ricchi dividendi per gli azionisti. Grazie al contributo dell’Enea e dell’Università della Tuscia, sarà realizzato primo un mini-impianto fortemente innovativo, chiamato SmartComp, con cui si apre la stagione del trattamento dei rifiuti organici a chilometro zero.
A dare l’annuncio è stato lo stesso Ad nel corso del “Sustainability Day, l’evento promosso da Acea quest’anno sul tema “Impresa, sostenibilità e futuro” per mettere a confronto rappresentanti delle istituzioni, della ricerca e delle aziende sulla green economy e gli scenari che si aprono per i modelli di business, produzione e sviluppo. Un’occasione per dare concretezza alle cose che già adesso è possibile fare, e alla quale hanno partecipato molti esperti e ricercatori, ai quali hanno dato un contributo di idee oltre a Donnarumma la presidente di Acea, Michaela Castelli, il portavoce dell’Alleanza italiana per lo sviluppo sostenibile, Enrico Giovannini, il vicesegretario generale dell’Unione del Mediterraneo, Grammenos Mastrojeni, il presidente dell’Arera, Stefano Besseghini e il presidente dell’Enea, Federico Testa.
La sorpresa dell’evento è stato però quanto annunciato sul progetto per il “compostaggio diffuso” e la gestione dei rifiuti organici, coerente con le linee guida fornite dall’amministrazione di Virginia Raggi (Acea investirà 1,7 miliardi in sostenibilità fino al 2022). Si tratta di un servizio innovativo, che punta a creare 250 SmartComp entro il 2022 per realizzare in maniera diffusa un sistema della capacità di 25mila tonnellate l’anno, quindi pari a un grande impianto da non imporre più in qualche sventurata località, e con un risparmio stimato del 30% sui costi di gestione.
Questi SmartComp dedicati alle grandi utenze (centri commerciali, mense, aeroporti e stazioni che hanno necessità di gestire notevoli quantità di rifiuti) funzioneranno utilizzando una rivoluzionaria tecnologia sensoristica, che trasformerà sul posto i cosiddetti rifiuti umidi in compost, grazie a un processo aerobico con il quale in 90 giorni tutto si trasforma in un prezioso fertilizzante. Enea e Università della Tuscia, che lavorano da tempo al progetto Labsharing, hanno certificato l’impatto positivo dell’intero processo sull’ambiente.