Alfonso Bonafede fa sul serio. E dopo aver annunciato il progetto di riforma del Csm, già per oggi pomeriggio ha convocato un vertice di maggioranza sulla questione. Ma non è detto che si riuscirà a tenere per motivi legati ai lavori parlamentari. Obiettivo è portare nel giro di poco tempo la riforma in Consiglio dei ministri. Del resto la situazione, dopo il terremoto che ha investito la magistratura con il caso Palamara e l’emersione di un sistema spartitorio delle nomine, è a dir poco drammatica.
TEMPI STRETTI. Sabato sera tra le correnti di Area (progressisti) e Unicost (moderati) è finita male e i vertici dell’Anm si sono dimessi: via il presidente Luca Poniz, via il segretario Giuliano Caputo. In giunta è rimasto solo un componente di Autonomia e Indipendenza, la corrente di Piercamillo Davigo. Ieri si è riunito il comitato direttivo centrale. La ricucitura non è stata possibile ma la giunta ha deciso che rimarrà in carica per l’ordinaria amministrazione per traghettare il sindacato delle toghe verso le prossime elezioni di ottobre. Sulla riforma, dice il Guardasigilli, la maggioranza aveva già trovato “un’ottima convergenza poco prima che scoppiasse la pandemia”. Al centro del progetto, ha spiegato, ci sono: “un nuovo sistema elettorale sottratto alle degenerazioni del correntismo; l’individuazione di meccanismi che garantiscano che i criteri con cui si procede nelle nomine siano ispirati soltanto al merito; la netta separazione tra politica e magistratura con il blocco delle cosiddette porte girevoli”.
SORTEGGIO & BALLOTTAGGIO. A novembre dello scorso anno il ministro, intervenendo proprio al congresso dell’Anm, aveva abbandonato l’idea del sorteggio per l’elezione dei componenti togati del Csm – che vedeva contrari magistrati e forze politiche (come il Pd) – e aveva parlato di “ballottaggi in piccoli collegi”. Nelle bozze di riforma circolate a febbraio, in occasione del varo della delega della riforma del processo penale, veniva previsto un doppio turno con ballottaggio. Si passava poi da 16 a 20 componenti togati e da 8 a 10 laici. In particolare, per l’elezione dei componenti togati, si disponeva l’elezione al primo turno del candidato che ha ottenuto la maggioranza assoluta dei voti.
Se nessun candidato al primo turno incassa la maggioranza assoluta dei voti, si procede al ballottaggio tra i due candidati che hanno ottenuto il maggior numero di voti. Si stabiliva inoltre che i componenti da eleggere dal Parlamento, sono scelti, sì, tra i professori ordinari di università in materie giuridiche e tra gli avvocati dopo quindici anni di esercizio professionale, ma, purché non ricoprano, o abbiano ricoperto nei cinque anni precedenti, cariche politiche e/o di governo a livello nazionale e a livello locale, in regioni, comuni e province.
SCANDALI & POLEMICHE. La nuova ondata di intercettazioni ha fatto urlare allo scandalo tutte le forze politiche e le ha ricompattate nella richiesta di una riforma del Csm. Anche se Matteo Renzi vede una disparità di trattamento: “Quando le intercettazioni hanno toccato Luca Lotti o Cosimo Ferri tutti hanno dedicato paginate. Adesso sono tutti zitti”. Le opposizioni chiedono invece a gran voce la separazione delle carriere tra giudici e pm. C’è poi chi, direttamente o più velatamente, invoca l’intervento del capo dello Stato perché magari sciolga il Csm. Il presidente Sergio Mattarella quasi un anno fa utilizzò parole durissime quando scoppiò il “caso Palamara”, arrivando a parlare di “quadro sconcertante e inaccettabile” e sostenendo la necessità di “voltare pagina nel Csm”. Oggi vigila con uguale attenzione e preoccupazione ma quello che trapela è che non gli si possa chiedere di adottare soluzioni fuori dal suo perimetro. Lo scioglimento del Csm è previsto solo in casi estremi laddove si trovasse impossibilitato a funzionare.
NIENTE SCONTI. Le sanzioni poi non sono consentite se a carico di alcuni magistrati sono già in corso procedimenti giudiziari e disciplinari. Bonafede ha scelto ieri il suo nuovo capo di gabinetto, in sostituzione di Fulvio Baldi, che si è dimesso dopo che sono state pubblicate alcune chat scambiate da lui con Palamara. Si tratta del sostituto procuratore generale presso la Corte di Cassazione, Raffaele Piccirillo. Il Guardasigilli ha chiesto al Csm il suo collocamento fuori ruolo, necessario per destinarlo al nuovo incarico.