Con l’introduzione della tutela dell’ambiente in Costituzione (leggi l’articolo) “cambia davvero tanto”. Ma ora il prossimo passo “è risolvere il dramma del caro bollette”. È chiaro sul punto Luca Sut, capogruppo M5S in commissione Attività produttive alla Camera.
Partiamo dallo storico risultato ottenuto in primis dal Movimento: l’ambiente in Costituzione…
“Le italiane e gli italiani se ne accorgeranno giorno dopo giorno: quando saranno approvate nuove norme e ne saranno abrogate delle altre, quando la giurisprudenza si rifarà ai nuovi principi costituzionali. E in generale cambia molto per le nostre imprese: chi opera correttamente, magari nel settore delle ecoenergie o dell’economia circolare, avrà la strada spianata davanti a sé. Chi ha intenzione di fare il furbo, invece, mettendo a rischio la salute delle persone, dei territori e della biodiversità, è fuori gioco. La nuova Costituzione ci porterà in una nuova dimensione”.
Dal via libera alla legge costituzionale è corsa senza sosta dei partiti e non solo a mettere cappello sulla riforma. Compreso Cingolani, che però è lo stesso ministro che non disdegnerebbe il ritorno al nucleare…
“Il ministro Cingolani ha detto in audizione davanti ai parlamentari che non vuole né ci sarà un ritorno al nucleare. Anche lui è consapevole che qualunque centrale si mettesse malauguratamente in cantiere oggi o nei prossimi anni, sarebbe uguale a quelle che faticosamente l’Italia cerca di smantellare da decenni: pericolosa, costosissima e con il dilemma irrisolto di dove mettere le scorie. Per noi il problema non è mettere il cappello sulla riforma, ma agire di conseguenza. Oggi lanciamo una sfida con alle spalle la forza di questa vittoria: chi ci sta a decarbonizzare, a puntare tutto su efficienza energetica e rinnovabili, sulla gigafactory di Termoli e su una nuova filiera automobilistica e delle batterie che punti sul riciclo e sulle materie prime seconde? Chiunque metta il cappello su queste misure è il benvenuto. Chi invece ha votato per la riforma e chiede ancora trivelle e nucleare fa greenwashing e se ne assume la responsabilità davanti al Paese”.
Ora quali sono i prossimi passi da compiere sulla transizione ecologica?
“Il prossimo passo è risolvere il dramma del caro bollette: paghiamo la scelta miope dei passati governi di rendersi quasi completamente dipendenti dal gas. Bisogna mettere il booster alle rinnovabili e alle comunità energetiche, velocizzare l’emanazione di tutti i decreti attuativi previsti dal recepimento della direttiva RED2 sul sostegno alle fonti pulite, accelerare con i bandi del Pnrr che innovano il settore produttivo, togliere il miope blocco alla cessione del credito che ha fermato i cantieri del Superbonus 110%, rimettere in sesto il ciclo dei rifiuti con un’impiantistica adeguata e così via. Sono tutte misure che ci consentono di creare posti di lavoro veri e duraturi, di rigenerare le nostre città e i nostri territori, di produrre e autoprodurre energia pulita risparmiando, di dare sostegno al Pil salvaguardando al tempo stesso la salute delle persone, gli animali e gli ecosistemi”.
Crede che la tutela dell’ambiente in Costituzione possa imprimere uno sprint anche sul fronte delle politiche green?
“Non lo credo io: lo dice l’esperienza di altri Paesi. In Germania, ad esempio, la Corte costituzionale ha bloccato una legge troppo blanda contro la crisi climatica perché non teneva conto dei danni che avrebbe prodotto alle successive generazioni. Capisce allora quanto è importante quella frasetta che abbiamo inserito? “Anche nell’interesse delle future generazioni” significa che i benefici della nostra azione devono essere immediati ma anche duraturi. È una rivoluzione gentile, come tutte le altre che il MoVimento 5 Stelle ha portato in questi anni”.
A proposito di energia Draghi ha detto che ci sarà “un intervento di ampia portata” contro il caro-bollette. Ma senza lo scostamento di bilancio a più riprese invocato dai 5 Stelle, cosa accadrà?
“Anche in questo caso non vorrei dire cosa si aspetta il MoVimento 5 Stelle, che ha per primo messo in campo proposte concrete ed efficaci per tamponare l’emergenza e per affrontare strutturalmente il tema. Parlano le bollette raddoppiate e triplicate di famiglie e imprese, parlano i titolari di quelle aziende cui converrebbe più tenere fermi gli impianti che produrre. Ci aspettiamo che si pensi a salvare le vite di queste persone, in modo che mantengano le energie per il Paese, non certo che si affossino imprese, famiglie ed economia per fare bella figura con l’Europa”.