Non c’era probabilmente data più opportuna come quella dell’inaugurazione dell’anno giudiziario per annunciare la presentazione a febbraio del disegno di legge delega sulla riforma del processo civile e penale. Ma in realtà, spiega il sottosegretario alla Giustizia Vittorio Ferraresi dando seguito all’annuncio di Alfonso Bonafede, la decisione non nasce assolutamente dal nulla. “Da mesi facciamo incontri con le rappresentanze della magistratura e dell’avvocatura. E continueranno ad esserci: il ddl delega sulla riforma – spiega a La Notizia – arriverà quanto prima anche per dare la possibilità al Parlamento di indirizzare l’opera del Governo”.
Partiamo dalla domanda che in tanti si stanno facendo: qual è l’obiettivo che si è prefissato il Governo?
“L’obiettivo è semplificare, cercare di cancellare i tempi morti, accorciare i tempi del processo, rispettando ovviamente tutte le garanzie costituzionali”.
Si è trovata una quadra?
“Abbiamo avuto tanti confronti in questi mesi e altri ne avremo. Alcuni punti strutturali sono ancora in cantiere: verranno chiusi nelle prossime settimane”.
Quali saranno i punti della riforma su cui si insisterà?
“Nella riforma del processo civile stiamo lavorando per una forte semplificazione, a cominciare dall’unificazione dei riti con l’eliminazione dei tempi morti. Questo è uno dei temi fondamentali. Stessa cosa anche per il processo penale, dove vogliamo accorciare di molto gli adempimenti burocratici”.
Ci sarà una digitalizzazione diffusa?
“Questo è un punto fondamentale che non a caso già stiamo portando avanti a livello di ministero. Come ha ricordato il ministro Bonafede, il completamento dell’attuazione del processo civile telematico per maggio è una realtà concreta, che di fatto darà il via al processo penale telematio. Una svolta molto attesa perché sicuramente innoverà tanto la situazione della giustizia italiana, ma andrà incontro anche alle esigenze di speditezza e semplificazione delle procedure burocratiche di cui dicevamo prima. Poi, ovviamente, come in tutte le novità e in tutte le nuove sfide, avrà un periodo di rodaggio. Ma sicuramente nel medio e lungo periodo porterà a enormi benefici per la giustizia italiana”.
Intanto la Cassazione ha riconosciuto che il nuovo Governo, rispetto ai precedenti, ha disposto già maggiori investimenti. Resta, però, un pesante vuoto di organico nella magistratura.
“Gli investimenti devono essere costanti e devono essere forti. Questo è l’unico modo per colmare questo vuoto di operatori che comunque dimostrano eccellenze; è l’unico modo affinché possano fare il lavoro al meglio e smaltire gli arretrati. Tutto questo potrebbe consentire anche al cittadino di vivere in maniera differente la qualità della giustizia”.
Cosa che oggi spesso non accade. Anche Bonafede ieri ha ricordato che c’è una diffusa sfiducia nella giustizia.
“Assolutamente sì. Il ministero in questo dovrà avere un importante ruolo di controllo. Penso che un intervento a 360 gradi con un controllo forte dell’attività e dell’andamento della giustizia nei singoli tribunali, accompagnata da un forte investimento in risorse strutturali e umane, con un intervento che riguardi anche uno Stato che dice basta alle impunità e all’illegalità, possa rafforzare la convinzione non solo di una giustizia più vicina al cittadino, ma anche di una giustizia che a livello qualitativo e quantitativo fa passi avanti rispetto al passato”.
Si sta andando nella giusta direzione?
“Stiamo facendo, ma dobbiamo fare ancora tanto perché una volta che si perde autorevolezza anche a livello europeo e internazionale, è difficile recuperarla. Noi dobbiamo farlo non solo per i nostri cittadini, ma anche per gli investimenti e le economie del Paese che puntano tanto sul rinnovamento della giustizia. Con la nuova riforma anche del diritto fallimentare e del processo civile, miriamo anche a una svolta nell’andamento dell’economia”.