L’ordinanza anti-vetro decisa dalla sindaca di Torino, Chiara Appendino, ha provocato prima dissensi, poi grandi tensioni. E addirittura qualche scontro. Nella serata di ieri, infatti, il cuore della movida torinese, in piazza Santa Giulia, si è animato nella protesta contro le forze dell’ordine, che alla fine hanno caricato alcuni presenti.
A scatenare le prime scintille sono stati degli spintoni ad alcuni poliziotti: a quel punto altri colleghi, in tenuta anti-sommossa, hanno travolto pure alcuni dehors allestiti per godere delle serate all’aperto. Secondo le testimonianze il caos è durato dieci minuti con varie famiglie che sono letteralmente scappate, cercando rifugio in portoni o in qualche locale lontano dall’epicentro degli scontri. La calma è così tornata in poco tempo, ma non c’era più tanta voglia di fare finta di niente, soprattutto per i più grandi. Nella piazza è rimasto qualche gruppo di contestatori, che ha evitato altri contatti con gli uomini in divisa, “limitandosi” a rivolgere nei loro confronti cori non proprio di apprezzamento.
Di certo a Torino la tensione è molto alta: i controlli ai locali sono vissuti come una vessazione sia dai gestori delle attività che dai clienti, che dalle 20 non possono passeggiare con bottiglie di vetro per le strade della città. E in questo c’è una sorta di alleanza tra gli antagonisti e i giovani che vogliono semplicemente trascorrere una serata tranquilla nella movida torinese.
“I fatti di sabato ai Murazzi non sono cosa nostra. Sono la reazione di gente esasperata. Gente normale. Che poi ci ha girato il video che ha realizzato lungo il Po”, hanno spiegato dal centro sociale Askatasuna, il più importante della città, in riferimento a quanto accaduto qualche giorno fa. L’ordinanza della Appendino è arrivata dopo i fatti di Piazza San Carlo, al termine della finale di Champions League, che sono costati la vita a una ragazza.