di Antonello Di Lella
Sono uno sbiadito ricordo i tempi del liscio romagnolo firmato Secondo Casadei, all’anagrafe Aurelio, che ha fatto ballare milioni di persone. Ora sulla riviera romagnola di liscio c’è rimasto ben poco. Dal mare inquinato alla delinquenza. Un vero boom di furti e rapine sta minando la tranquillità dei turisti, italiani e stranieri, che come ogni estate affollano le spiagge e i locali che fanno della Romagna un vero e proprio polo attrattivo. È proprio di notte che si sta registrando la vera escalation criminale con i malviventi che entrano in azione nelle vicinanze degli stabilimenti balneari dove ogni sera si scatena la movida. Vittime sono spesso le coppiette che si appartano sulla spiaggia, o persone che si spostano in luoghi più isolati, che vengono aggredite e derubate dei loro averi. Non si contano più gli accoltellamenti in strada originati da risse, rapine e furti. Non ultima una sparatoria in pieno giorno a Riccione. I controlli di carabinieri e poliziotti sul lungomare di Rimini e Riccione stanno cercando di attenuare i furti a raffica. Di certo, però, non si può pretendere che le forze dell’ordine stiano a fare la guardia agli stabilimenti balneari 24 ore su 24. Ed è così che alcuni stabilimenti hanno deciso di affidarsi alla vigilanza privata per provare a tutelare la propria clientela.
Le priorità
Furti, rapine e spaccio di droga. Sono queste le priorità individuate dal Siulp, il sindacato unitario di polizia, che ha scritto a prefettura e questura affinché vengano presi provvedimenti urgenti. Sarebbero false priorità, secondo il sindacato, la lotta ai venditori ambulanti abusivi lungo le spiagge e la lotta alla prostituzione. E il questore di Rimini Alfonso Terribile sembra pensarla allo stesso modo dinanzi al dilagare di furti, risse, rapine e casi di overdose per giovani ragazzi. Non che l’abusivismo e la prostituzione non siano dei problemi. Ma con poche risorse umane a disposizione non si può pensare di combattere su tutti i fronti. In poco tempo si è passati da 200 agenti supplementari ad appena 70. “Si è adottata una logica del risparmio, con forti tagli e discutibili scelte organizzative che non sono in grado di garantire sicurezza a residenti e turisti”, denuncia il Siulp, chiedendo una rapida ridefinizione dei criteri di assegnazione dei rinforzi estivi. “Il ministero dell’Interno”, afferma il sindacato, “non ha capito che quando si parla di sicurezza il risparmio in realtà si ottiene attraverso una spesa”.