Vittorio Feltri è tornato direttore di Libero. E il ritorno in pista è subito caratterizzato da affermazioni al vetriolo. A chi gli ha rinfacciato un avvicinamento a Matteo Renzi, ha risposto: “Meglio renziano che figlio di puttana”. Ma al di là delle battute, Feltri ha specificato in un’intervista a Il Foglio: “Renzi non l’ho mai visto in vita mia”.
“A me il patto del Nazareno non mi trovava d’accordo, e ancora adesso penso che le riforme istituzionali non siano magnifiche. Ma sono qualcosa. E comunque meglio del nulla degli ultimi trent’anni. Se non si cambia adesso la Costituzione, non la si cambierà mai”, ha detto. Insomma, un’apertura di credito sul tema più sentito da Renzi.
Nel suo editoriale, Feltri ha spiegato in breve quali sono i suoi obiettivi. “Rieccomi. Chi non muore si rivede. I lettori di Libero, che fondai nel 2000, mi conoscono e sanno cosa si possono aspettare da me: sbalzi di umore e molti malumori, nessun inchino al potere politico e qualche impuntatura”. “Quando lasciai la direzione nell’ agosto 2009 – ha aggiunto – gli acquirenti giornalieri di questo quotidiano erano suppergiù 120 mila. Oggi sono molti di meno, perché il mondo è cambiato mentre la stampa è sempre la stessa”. E quindi ha promesso un “linguaggio colloquiale, più ironico che acido, perché siamo convinti che sia già faticoso vivere la vita e non sia il caso di raccontarla con la bava alla bocca per polemizzare a ogni costo”.