Riscatto laurea INPS: quando conviene avviare la procedura, qual è il calcolo da effettuare e quali sono i costi previsti?
Riscatto laurea INPS: cos’è e a chi spetta?
Nel mese di ottobre 2021, il presidente dell’Inps Pasquale Tridico aveva proposto il riscatto gratuito della laurea per la pensione di garanzia per i giovani, durante un’audizione alla commissione lavoro della Camera. Tridico, infatti, aveva dichiarato: “Il riscatto della laurea ha due caratteristiche positive: incentiva il giovane e contribuisce all’aumento delle skills in un paese dove il tasso dei laureati è tra i più bassi dell’UE”.
Con lo scoppio della guerra in Ucraina, tuttavia, l’agenda politica italiana ha subito alcune brusche battute d’arresto. Ciononostante, all’inizio del mese di aprile 2022, l’INPS ha fornito chiarimenti sul riscatto della laurea.
Il riscatto del corso di laurea consiste nel valorizzare ai fini pensionistici gli anni trascorsi a studiare per conseguire il titolo universitario. La normativa attuale prevede che “l’onere contributivo relativo al riscatto pesa totalmente sul contribuente e la cifra è determinata dalle norme che disciplinano la liquidazione della pensione con il sistema retributivo o con quello contributivo, tenuto conto della collocazione temporale dei periodi oggetto di riscatto”.
Possono richiedere il riscatto della laurea all’INPS tutti coloro che hanno conseguito il diploma di laurea o un titolo equiparato, inclusi i soggetti inoccupati che non sono mai stati iscritti a nessuna forma obbligatoria di previdenza e che non hanno ancora cominciato la propria attività lavorativa in Italia o all’estero al momento della presentazione della domanda.
Nello specifico, possono essere riscattati:
- I diplomi universitari, con corsi di durata non inferiore a due anni e superiore a tre anni;
- I diplomi di laurea, con corsi di durata non inferiore a quattro e superiore a sei anni;
- I diplomi di specializzazione conseguiti successivamente alla laurea e al termine di un corso di durata non inferiore a due anni;
- I dottorati di ricerca i cui corsi sono regolati da specifiche disposizioni di legge e solo se si sono versati i contributi alla gestione separata Inps;
- I titoli accademici conseguiti al termine di un corso di durata triennale e con la laurea specialistica, al termine di un corso di durata biennale propedeutico alla laurea.
- La maggior parte dei diplomi rilasciati dagli Istituti di Alta Formazione Artistica e Musicale.
Il riscatto, infine, può essere relativo all’intero percorso di studi o i singoli periodi.
Quando conviene? Calcolo, costi e pagamenti
I costi del riscatto della laurea dipendono dalle norme che regolano la liquidazione della pensione con il sistema retributivo o contributivo.
Per quanto riguarda i periodi da riscattare che si inseriscono nell’ambito del sistema retributivo, come riportato sul sito dell’INPS, “l’importo della somma da versare varia in rapporto a fattori quali l’età, il periodo da riscattare, il sesso e le retribuzioni percepite negli ultimi anni. Il costo dell’operazione comportante il calcolo della riserva matematica viene a identificarsi con il capitale di copertura corrispondente alla quota di pensione che a seguito del riscatto risulta potenzialmente o effettivamente acquisita dall’interessato (beneficio pensionistico)”.
In caso di riscatto con sistema contributivo, invece, l’INPS afferma che “l’onere è calcolato applicando l’aliquota contributiva in vigore alla data di presentazione della domanda di riscatto, nella misura prevista per il versamento della contribuzione obbligatoria dovuta alla gestione pensionistica dove opera il riscatto stesso. La retribuzione cui va applicata l’aliquota contributiva è quella assoggettata a contribuzione negli ultimi 12 mesi meno remoti rispetto alla data della domanda ed è rapportata al periodo oggetto di riscatto. Ai fini del calcolo della pensione, la rivalutazione del montante individuale dei contributi afferente ai periodi oggetto di riscatto ha effetto dalla data di presentazione della domanda”.
Infine, i costi del riscatto della laurea possono essere ingenti e possono superare gli 80 mila euro. Inoltre, vanno considerati anche aspetti come la fiscalità e l’effetto dell’anticipo pensionistico sull’assegno finale che verrà indirizzato al contribuente.