Finiti i tempi in cui tutta la monnezza capitale finiva nell’enorme buca di Malagrotta, con uno scandalo di livello internazionale, riuscire a evitare che le strade di Roma vengano sommerse dai rifiuti è diventata un’impresa. Lo sa bene Virginia Raggi, che per cinque anni a causa proprio dei cassonetti che traboccavano è stata accusata di essere un’incapace, e sembra averlo iniziato a capire anche Roberto Gualtieri.
Tanto in campagna elettorale quanto dopo essere stato eletto sindaco, l’esponente dem ha battuto su un piano da 60 giorni per ripulire la città eterna (leggi l’articolo). Ma ha scoperto che su un fronte così delicato non c’è neppure solidarietà di partito che tenga visto che il governatore della Toscana, Eugenio Giani, ha subito respinto la richiesta di accogliere parte della spazzatura romana nei propri impianti.
IL QUADRO. Si vociferava dell’invio di una parte dei rifiuti raccolti nella capitale negli impianti di Livorno e Rosignano, per un totale di circa 170 tonnellate al giorno, da aggiungere a quelle che già vengono inviate in altre regioni e pure all’estero. Giani ha però subito chiuso le porte a tale ipotesi. “Il decisore politico della Regione Toscana, di cui io sono presidente e titolare giuridico, non ha fatto nessun accordo”, ha dichiarato.
Per Gualtieri comincia male. E la destra non gli dà tregua. “Riceve senza dubbio un’eredità pesante – ha affermato il consigliere capitolino della Lega, Fabrizio Santori – ma l’annunciato piano di pulizia straordinaria del sindaco Gualtieri, che doveva partire dieci giorni fa, non solo non sta avendo effetti, ma di fatto ripropone gli stessi gravissimi problemi già visti nell’era dell’ex sindaco Raggi”. Le strade sono piene di spazzatura. La svolta annunciata dall’ex ministro non c’è.
L’AFFONDO. Ad alzare il tiro, colpendo tanto Gualtieri quanto di riflesso il governatore dem del Lazio, Nicola Zingaretti, che a sua volta non riesce a risolvere la grana del ciclo dei rifiuti nella regione, ieri è stata la consigliera capitolina di Fratelli d’Italia, Rachele Mussolini. “L’eredità, grama, della Raggi oggi è sotto gli occhi di tutti e si manifesta in ogni angolo della città sotto forma di montagne di rifiuti.
Gualtieri è stato velocissimo a sostituire l’amministratore delegato di Ama – ha affermato l’esponente di FdI – e altrettanto rapido a comunicare il piano di raccolta e smaltimento dei “60 giorni”, ma non è riuscito a fare di conto con la criticità della situazione. Una città trasandata non ha bisogno di chi si specchia e si dice “come sono bravo”, ma di chi va per strada e si rende conto che la situazione dei rifiuti rischia di esplodere.”
Per la Mussolini, “qualcosa non quadra nel dinamismo di Gualtieri”, il ciclo dei rifiuti romani sembra inchiodarsi nella parte più complessa, quella dello smaltimento, con l’impianto di Rocca Cencia ormai al collasso e gli accordi con la regione Toscana e con i Comuni, nei quali andrebbero conferite tonnellate di rifiuti, che sembrano più dichiarazioni d’intenti che veri e propri atti amministrativi.
I sacchi di rifiuti intanto ancora una volta invadono strade e piazze. La consigliera capitolina di Fratelli d’Italia insiste: “Gualtieri deve dire la verità: sia su come pulire la città, ma soprattutto su come e dove smaltire il ciclo dei rifiuti. Nel frattempo chiederò ogni atto utile per avere contezza sul piano straordinario dei rifiuti, sui costi, sugli impianti di smaltimento, sui trasferimenti di contanti dell’Ente, sempre che esistano atti formati e che non siano solo idee”.