Dopo la conferma trionfale per Angela Merkel che ha scacciato anche gli spettri degli Anti-euro, è giunto l’intervento del presidente della Bce Mario Draghi, che intervenendo al Parlamento europeo, ha rilanciato ulteriormente l’impegno che deve essere perseguito nell’interesse dell’Europa. “I dati sulla fiducia nell’eurozona sostengono la visione di un proseguimento di una ripresa lenta nel terzo trimestre, nonostante un indebolimento della produzione a luglio”. Lo afferma il presidente della Bce, Mario Draghi, intervenendo alla Commissione per gli Affari economici e monetari dell’Europarlamento. Tuttavia Draghi ammonisce sul fatto che la disoccupazione nell’eurozona “rimane a un livello troppo alto”.
Il presidente dell’Eurotower riferisce dei segnali incoraggianti sull’area della moneta unica. “Nel corso degli ultimi dodici mesi – spiega – la fiducia nell’eurozona è tornata”. Per Draghi “questo miglioramento non si deve solo alle misure non convenzionali della Bce, ma anche ai progressi da parte dei governi a migliorare la governance della zona euro e nel perseguire programmi di riforma”. Draghi ribadisce inoltre che “il tasso di interesse chiave rimarrà ai livelli attuali o più bassi per un lungo periodo di tempo” e “la politica monetaria rimarrà accomodante per tutto il tempo necessario”.
La priorità del presidente della Bce è quella di riattivare il credito all’economia reale. “La dinamica del credito – precisa Draghi – resta depressa, risultano in flessione i prestiti a privati e imprese e questo riflette lo stato del ciclo economico”. L’inquilino di Francoforte dichiara che “è di fondamentale importanza che si adottino delle misure per ridurre la frammentazione monetaria e provvedere alle difficoltà degli istituti di credito laddove si presentano”. Per Draghi il “notevole rafforzamento” del capitale delle banche nel 2012 non ha portato ad avere “maggiore credito” nell’economia reale.
L’ex governatore di Bankitalia si dice pronto a “a nuove Lltro”, ovvero le massicce aste di rifinanziamento a lungo termine per le banche dell’eurozona. Draghi non dimentica di richiamare i governi sulle riforme. “Gli spread riflettono quello che accade nei singoli Paesi, e ad ogni minimo segnale di arretramento” tendono ad alzarsi, per questo “è necessario” che i governi “proseguano le riforme”.