Il dubbio, per nulla campato in area, è che si è entrati nel vivo delle nomine Rai e dunque della costruzione dei nuovi palinsesti, si possa vedere davvero saltare un programma storico – e baluardo dell’informazione di inchiesta – come Report. Ora che il governo ha indicato il nuovo amministratore delegato nella persona di Roberto Sergio, considerando che il prossimo Cda (probabilmente già lunedì) sarà chiamato a formalizzare la nomina, bisognerà capire che futuro dare alla trasmissione di Sigfrido Ranucci.
Barricate del M5S in Commissione di vigilanza. La destra ha messo Report nel mirino. E prepara il blitz in Cda per silurare Ranucci
E, soprattutto, se darle futuro. Viste le voci che premerebbero su un suo siluramento, ecco che finalmente qualcuno ha battuto un colpo. “Sono giorni che la trasmissione di Rai3 viene indicata su molti organi di stampa come ‘a rischio’ per la prossima stagione”, hanno fatto sapere gli esponenti del Movimento 5 Stelle in commissione Vigilanza Rai Dario Carotenuto, Anna Laura Orrico, Dolores Bevilacqua e Riccardo Ricciardi, in una nota.
Il punto attorno a cui ruota l’intera vicenda è uno: ci sono programmi – ed è il caso appunto di Report – che hanno necessità di essere rinnovati ben prima che venga stilato il palinsesto. E questo perché ovviamente le inchiesta che vengono portate avanti hanno bisogno di un lavoro che dura mesi e mesi. E dunque bisogna mettere intanto sotto contratto i giornalisti, i redattori, gli inviati, gli operatori. Affinché questo avvenga è necessario che il programma abbia la matricola e che pertanto venga previsto, con relativo budget. Cosa che al momento non c’è.
“Auspichiamo che il prossimo cda, il primo con un nuovo amministratore delegato, si occupi di questa vicenda tutelando uno dei principali baluardi del giornalismo Rai”, continuano i pentastellati, spiegando di avere presentato una interrogazione in commissione Vigilanza Rai – a prima firma di Orrico – per conoscere “quali iniziative l’azienda ritenga di mettere in campo affinché l’immenso bagaglio di professionalità di questa come di altre trasmissioni di approfondimento venga preservato, anche alla luce delle ottime performance sugli ascolti che Report ed altri programmi fanno registrare da anni”.
Il fine, ovviamente è uno e uno soltanto: “Le trasmissioni come ‘Report’ vanno tutelate – concludono – Il pluralismo e l’indipendenza del giornalismo non si toccano”. Vedremo cosa accadrà. Anche perché da questo atto si comprenderà la linea che Sergio vorrà tenere nei confronti delle trasmissioni di inchiesta libere e spregiudicate come solo il vero giornalismo sa essere. Se da una parte, tuttavia, la destra pare non gradire questo tipo di informazione, a fare quadrato insieme ai Cinque stelle ci sono anche gli esponenti della Sinistra e dei Verdi.
“Ci opporremo con tutte le forze a chi vorrebbe utilizzare i programmi di informazione del servizio pubblico, come ‘roba loro’ ma, soprattutto, giù le mani da Report!”, hanno fatto sapere non a caso i parlamentari Angelo Bonelli e Peppe De Cristofaro, componenti anche loro della Vigilanza Rai. I quali, non a caso, ricordano dei dati che si commentano da soli: il 73,2% degli spazi è stato destinato a governo e istituzionali, a cui si somma il 12,1% riservato ai partiti della maggioranza, per un totale dell’85,3% di occupazione degli spazi nei Tg.
“Per questo – dicono – abbiamo presentato un’interrogazione in Commissione di Vigilanza Rai per chiedere come l’azienda Rai voglia difendere un programma che fa del giornalismo uno strumento importante di indagine come Report, e anche le professionalità che questo Governo, con una vera e propria ‘Marcia su Roma’, vorrebbe sostituire con persone più ‘allineate’”. Non resta che attendere una risposta. Semmai dovesse arrivare.