“Il Pd ha perso le elezioni politiche, è in tracollo in tutti i sondaggi. Invece di avere l’umiltà di rinunciare a un inceneritore per evitare di regalare la Regione alle destre, insiste su una tecnologia decrepita e affaristica”. Non le manda a dire l’ex ministro all’Ambiente e oggi presidente della Fondazione Univerde, Alfonso Pecoraro Scanio.
L’assessore municipale Lepidini, del Pd, si è dimesso perché contrario all’inceneritore che con tutte le probabilità sarà realizzato a Santa Palomba. Pensa sia un segnale a cui Gualtieri darà peso?
“Le dimissioni di questo assessore dovrebbero essere l’ennesimo campanello dall’allarme per il Pd, un Pd romano che si sta dimostrando sempre più arrogante. Io non capisco l’accanimento sulla difesa di un inceneritore che ormai è considerato da tutti gli esperti uno strumento obsoleto per affrontare il ciclo dei rifiuti. Lo era già 15 anni fa quando ero ministro. Che poi ci sia anche un problema di sostenibilità sociale, oltre che ambientale, questo è ancora più ovvio”.
Specie in una metropoli delle dimensioni della Capitale?
“In una grande città le soluzioni distribuite sono ragionevoli, una mega soluzione concentrata in un unico luogo è dannosa e insopportabile per le comunità. Il Pd invece di andare a Copenaghen, andasse a visitare Tivoli che dieci anni fa aveva l’emergenza rifiuti e ora prende i premi per esserne uscita grazie a raccolta differenziata e strumenti innovativi di recupero. Ho proposto più volte il Modello Tivoli e lo continuo a suggerire all’amministrazione comunale di Roma. Che poi è la direttiva europea che dice che non bisogna bruciare i rifiuti, perché non solo è l’opposto dell’economia circolare, ma bruciare i rifiuti significa anche contribuire al riscaldamento climatico. Perché anche se con l’inceneritore riesci a evitare le diossine, e non è detto, in ogni caso c’è il grande problema della Co2. E sappiamo oggi quanto sia fondamentale uscire dalla stagione dei combustibili fossili”.
Intorno all’inceneritore si sta di fatto consumando la fine della prospettiva giallorossa per le Regionali del Lazio del prossimo anno.
“La cosa che risulta assurda è questo accanimento su una tecnologia vecchia che probabilmente sarà pure bloccata dai ricorsi dei cittadini e delle associazioni. Insomma, si rischia che dopo tutto questo rumore l’impianto nemmeno si farà e si sarà perso tempo nell’affrontare l’emergenza rifiuti. Il Pd ragiona come se fosse il Pc dell’Emilia Romagna di vent’anni fa, ma non è così. Devono prendere atto che devono confrontarsi e non imporre. Se non lo fanno, poiché non penso che sia solo insipienza, io vorrei sapere quali sono gli interessi dietro all’inceneritore per impuntarsi così tanto. Conte sta mantenendo il punto, e giustamente. Ma il Pd così, pur di non rinunciare all’impianto, regala il Lazio alla destra. Allora viene da chiedersi cosa ci sia dietro. È mai possibile ripetere il disastro del 25 settembre? Errare è umano, e anche stolto, ma perseverare è diabolico”.
Il leader del M5S, Giuseppe Conte, ha parlato di programmi, mentre il Pd in soldoni vorrebbe che appoggiasse il candidato proposto da Calenda…
“Il Pd ha ipotizzato di dire all’assessore D’Amato, candidato indicato da Calenda, che avrebbe dovuto incontrare Conte. Conte, che è sempre un galantuomo, gli ha risposto con un dignitosissimo ‘auguri’. All’epoca del Vaffaday la risposta del M5S forse sarebbe stata di altro tipo, ma il nuovo M5S di Conte ha questo aplomb. Che modo è? Il Pd ha perso le elezioni politiche, è in tracollo in tutti i sondaggi. Invece di avere l’umiltà di rinunciare a un inceneritore per evitare di regalare la Regione alle destre insiste su una tecnologia decrepita e affaristica quando perfino pezzi del Pd, gli alleati Verdi, Sinistra italiana, e le associazioni sono contrari; e dopo che persino Zingaretti ha detto che l’inceneritore non lo avrebbe mai autorizzato”.
Eppure c’è chi, nel Pd, ancora continua a sperare in un’intesa con i 5 Stelle…
“Trovo sia un insulto all’intelligenza chiedere a Conte di dire di sì a un candidato pro inceneritore. Se il Pd vuole un confronto, allora si deve discutere sui temi e la prima cosa da eliminare dal campo è l’inceneritore. Poi si sceglie. Ci sono altri temi, è ovvio, come la sanità, ma l’inceneritore ha assunto un valore emblematico della scelta verso la modernità e l’ecologia o l’arretratezza”.
Lei ha definito Conte come il vero leader eco-progressista.
“Conte nei contenuti che sta affermando – inceneritore, pace, Superbonus – è ecologico e progressista. Ma in questo scenario qual è la risposta del Pd? Quella di dire: ‘questo è il candidato, se vuoi accetta’. Si tratta di una risposta arrogante che punta a rompere. La base del Pd dovrebbe farsi sentire. Il disagio interno al Pd è esorbitante. Lo si vede in molte dichiarazioni dei suoi esponenti che sono in difficoltà”.
C’è possibilità di una cucitura tra Pd e M5S nel Lazio?
“La dimostrazione che Conte non ha chiuso è che ha risposto ‘auguri’ invece di altro di fronte all’arrogante proposta di parlare con un candidato già scelto da altri. Ancora una volta, quindi, non ha chiuso la porta sottolineando che vengono prima i programmi e poi il candidato. Si rinunci allora, come ha chiesto anche Coordinamento 2050, all’arroganza di un candidato imposto e si parli, invece, di contenuti”.