La Sveglia

Rino Gattuso e la mafia che non esiste più

La criminalità organizzata s’è fermata a Messina Denaro. Verrebbe da crederlo leggendo i giornali, scorrendo i programmi televisivi.

Rino Gattuso e la mafia che non esiste più

La criminalità organizzata s’è fermata a Messina Denaro. Verrebbe da crederlo leggendo i giornali, scorrendo i programmi televisivi. La mafia non c’è più, puf!, come non si sarebbe concesso di sperare il più ottimista dei mafiosi o il più impunito dei colletti bianchi. C’è un po’ di brodo di mafia nelle operazioni “ad alto impatto” promosse dal ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, con la circolarità dei saldi nel supermercato sotto casa. C’è mafia – quella molta – nell’archeologia degli usi e dei costumi dei boss mitizzati dal tempo, da Riina a Provenzano che spopolano sui social come modelli di violenza che piace.

Poi accade che a Cosenza succeda ciò che avviene regolarmente ovvero che i mafiosi quelli veri – che non hanno seguito mitologico – chiedano il pizzo. Non è il pizzo di Stato improvvidamente citato dalla presidente del Consiglio, questo è il racket vero, quello dell’anti-stato che nell’indifferenza agisce felice. La richiesta criminale è di 3mila euro, la vittima Francesco Gattuso, pescivendolo e padre dell’ex calciatore del Milan ora allenatore. Il mafioso in questione sarebbe Aldo Abbruzzese, 51 anni, dell’omonima cosca. Gli uomini di ‘Ndrangheta avevano saputo di un finanziamento ricevuto dalla famiglia Gattuso e ne pretendevano un pezzo, come accade da decenni in Italia.

I segnali facilmente interpretabili del nervosismo della cosca sono due auto di Ida Gattuso, sorella di Rino, andate a fuoco in pochi mesi. Racconta Ida che a “risolvere la situazione” sarebbe stato il popolare fratello idolo di San Siro. “La storia solo tuo fratello la poteva rivolvere e nessuno più”, dice al telefono un’amica. E questo è lo stato di cose nello Stato in cui la mafia non esiste più.