Infrastrutture, investimenti, fisco, giustizia, scuola e ricerca: il piano di Rinascita del governo Conte, il Recovery plan, passa e parte da qui. In una conferenza stampa a Palazzo Chigi il premier annuncia la sua grande scommessa. “Abbiamo messo in campo in 60 giorni 80 miliardi, l’equivalente di tre manovre, per aiutare le famiglie, i lavoratori, le imprese”. E ancora una volta chiede scusa per i ritardi nell’erogazione delle risorse messe a disposizione. Adesso “dobbiamo tornare a intervenire con nuove misure economiche efficaci. Questo momento deve essere anche l’occasione per rifondare l’Italia. Dovremo modernizzare il Paese”. Un grande piano per il quale Giuseppe Conte chiama a raccolta tutti i principali attori del sistema Italia: parti sociali, associazioni di categoria, alte personalità. “Intendo convocarli a breve. Abbiamo già una base tecnica che è il report del team di Colao”.
E potrebbero svolgersi a Villa Pamphili gli Stati generali dell’economia e già dalla prossima settimana. E questo confronto non dovrà tagliare fuori le opposizioni perché, spiega il premier, “la somma che metterà l’Ue a disposizione dell’Italia non potrà essere considerata un tesoretto di cui potrà disporre il governo di turno. Ma una risorsa a favore del sistema Paese”. Infrastrutture. “Dobbiamo interconnettere tutte le infrastrutture”, dice. Il Ponte sullo Stretto? “Non voglio parlare di opere immaginifiche… C’è tanto da fare prima, la Roma-Pescara, per esempio e poi le infrastrutture nel Meridione, l’Alta velocità, “ma senza pregiudizi valuterò anche il Ponte sullo Stretto”. “Dovremo lavorare su innovazione: banda larga per tutto il Paese”.
Fisco. “Occorre una seria riforma fiscale. Il nostro fisco è iniquo e inefficiente”. L’obiettivo dev’essere di pagare tutti e tutti meno. Imprese. “Dobbiamo lavorare per capitalizzare, sostenere le nostre imprese, soprattutto le Pmi. Dovremmo anche rendere strutturali interventi come Ace e Impresa 4.0”. E ancora: “Dobbiamo investire nelle grandi reti telematiche, idriche, energetiche, accompagnare tutte le imprese italiane verso una vigorosa transizione energetica”. Scuola. “Dobbiamo puntare forte sul diritto allo studio per innovare l’offerta formativa. Bandiremo migliaia di posti per giovani ricercatori. Dobbiamo investire anche in tecnologie digitali nella scuola”. Che, assicura, riprenderà a settembre con la didattica in aula. Respinge al mittente l’accusa del presidente degli industriali Carlo Bonomi sulla politica che rischia di fare più danni del Covid e nega che questo governo voglia la sovietizzazione sulle imprese.
Agli industriali, però, chiede lungimiranza: “Mi piacerebbe che chi ha responsabilità di una impresa possa ragionare e abbracciare delle prassi socialmente responsabili”. Il modello rimane Adriano Olivetti. La riduzione della pressione fiscale non può essere l’unico tema su cui confrontarsi, ammonisce. Sui cantieri annuncia che rafforzerà i controlli e i protocolli anti-mafia. E si lavorerà contemporaneamente per semplificare, accelerare, sburocratizzare. E poi la giustizia: “I tempi di quella civile e penale di oggi non sono accettabili. Chiedo a tutti i parlamentari di emanare i ddl delega” in materia. Il Sud avrà un’attenzione privilegiata: “Con il ministro Provenzano stiamo lavorando a una fiscalità di vantaggio”.
Sugli strumenti messi in campo dall’Europa “chiederemo di partecipare sicuramente al progetto Sure e al progetto Bei”. Sul Mes a decidere sarà il Parlamento: “Ricordo che è un prestito”. Su Autostrade conferma che “c’è una procedura di revoca. Ci sono tutte le condizioni per procedere”. Ma, spiega, “le prospettive di transazione in atto non sono compatibili con l’interesse del Paese”. Chiude a qualsiasi ipotesi di rimpasto e cita il capo dello Stato: “Ora c’è un nuovo inizio. Dobbiamo agire nel segno dello spirito del 2 giugno, nel segno della condivisione”.