In Europa vedo risorgere razzismo e nazismo, che si credevano morti con la caduta del Terzo Reich. Questo mi ricorda la frase latina: “Graecia captiva ferum victorem cepit”, cioè la Grecia sconfitta conquistò il suo vincitore.
Ennio Corsetti
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Gentile lettore, il parallelo è suggestivo, ma c’è una grande differenza. L’ellenismo che conquistò Roma, al punto che il greco divenne la lingua di imperatori e classi colte, era portatore di sapienza e umanesimo. Al contrario, il razzismo che sta riemergendo in Europa è la spia di odio e regressione. Oggi si manifesta sotto forma di islamofobia e russofobia. Sono tendenze, a mio parere, nutrite dalle simpatie naziste assopite ma mai morte, serpeggianti nella Mitteleuropa e nel Nord Europa prima dell’ultima guerra mondiale. Si sapeva che le frange neonaziste più numerose fossero in Scandinavia e Finlandia, ma non s’immaginava che l’humus sottostante a quel fenomeno fosse così fortemente radicato in quelle società, né s’immaginava che dello stesso male oscuro fossero affetti Paesi come l’Uk, la Polonia e i Baltici. Le dirò di più. Churchill, come molti inglesi, nutrì grande ammirazione per Hitler. Ebbene, quella fascinazione sotterranea è perdurata fino a oggi nelle società anglosassoni. In America i gruppi che si richiamano al nazismo vengono sempre più spesso allo scoperto e si intrecciano con nostalgie del Ku Klux Klan e del segregazionismo. In Canada, terra d’approdo di tanti nazisti dopo la guerra, un ucraino che militò nelle SS è stato oggetto di una standing ovation nel parlamento di Ottawa. E non è stato un caso bensì un cortocircuito della Storia.
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