Va in scena una nuova puntata dello scontro tutto interno al Partito democratico tra la maggioranza di Matteo Renzi e la minoranza. L’ultimo affondo del premier-segretario è arrivato direttamente dal G7: “C’è un governo in Italia che sta realizzando alcune riforme ferme da anni”, ha detto Renzi, “Che il massimo della discussione sia la modalità di designazione dei parlamentari, un dibattito interno e autoreferenziale della classe politica, mi lascia perplesso: se a la discussione interna del principale partito deve essere le modalità, capisco le ansie, ma mi sembra riduttivo invece di affrontare il vero dibattito della sinistra nel mondo tra libertà e uguaglianza”. Una polemica che non giunge casuale. E che ha il tema principale che gira intorno al referendum di ottobre, l’unica vera partita che Renzi vuole portare a casa per evitare di doversene andare lui a casa. La strigliata alla minoranza è giunta nello stesso giorno in cui il SI al referendum costituzionale di ottobre è stato sposato anche dalla nuova Confindustria.
Il presidente del Consiglio ci ha tenuto a fare delle precisazioni anche rispetto alla nuova legge elettorale dell’ Italicum sulla quale esponenti della minoranza dem avevano chiesto modifiche. Ieri anche l’ex segretario del PD, Pier Luigi Bersani aveva sostenuto che la legge elettorale è da cambiare. Renzi che non la pensa affatto così proprio ieri dal G7 di fatto l’ha blidnata: “Non si discute, dà la certezza a chi arriva prima di governare. E’ una legge molto semplice che dice che chi vince le elezioni può governare, è fondamentale nel rapporto tra politici e persone. Ed elimina il rischio degli inciuci permanenti”.