Con la riforma del CSM (Consiglio superiore della magistratura) approvata in Consiglio dei ministri, a cambiare non è solo la normativa che metterà fine alle porte girevoli.
Il testo, infatti, appare come una vera e propria rivoluzione per l’organo di autogoverno delle toghe che vedrà crescere il numero dei suoi componenti, si avvarrà di un sistema elettorale tutto nuovo e vedrà ridotto anche il numero massimo di magistrati fuori ruolo.
Riforma del CSM: cosa prevede?
Insomma un testo che mette mano profondamente al Csm. Per quanto riguarda la composizione stessa, il Consiglio superiore della magistratura torna al passato e riporta il numero di consiglieri a 30 contro i 24 attuali. Di questi venti saranno togati, a fronte dei 16 attuali, e dieci laici, rispetto agli attuali otto.
Cambia anche il sistema elettorale che sarà “misto” e al cui interno è previsto anche anche il sorteggio – criticato da gran parte della magistratura – che servirà ad assicurare che “in ogni collegio binominale sia raggiunto il minimo previsto di 6 candidati e per riequilibrare le candidature del genere meno rappresentato”.
Il testo della riforma del CSM
Tra le novità della riforma del CSM spicca anche la riduzione del numero massimo di magistrati fuori ruolo, ossia quelli distaccati nei ministeri o nelle istituzioni. Si tratta di una vera e propria stretta visto che attualmente sono consentiti 200 fuori ruolo mentre in futuro, attraverso i decreti attuativi, il numero verrà ribassato.
Non solo. La durata massima del collocamento fuori ruolo è fissata in 10 anni, così come si richiedono 10 anni di effettivo esercizio delle funzioni giurisdizionali prima di poter chiedere di essere “prestati” a ministeri e istituzioni.
Altra novità è quella che prevede “la pubblicità degli atti” per l’assegnazione di incarichi direttivi da parte del Consiglio superiore della magistratura. La pubblicazione di tali informazioni dovrà avvenire sul sito intranet del Csm, nel rispetto dei dati sensibili.
Inoltre viene prevista una “definizione dei procedimenti, per l’assegnazione degli incarichi direttivi, in base all’ordine temporale di vacanza, salvo deroghe per gravi e giustificati motivi e ad eccezione dei posti di primo presidente e procuratore generale della Cassazione, di carattere prioritario”. Novità che mira a impedire le nomine “a pacchetto”, ossia calendarizzate insieme per favorire gli scambi tra correnti.