“Siamo entrati in questo Governo per senso di responsabilità nei confronti dei cittadini e per difendere i provvedimenti che avevamo ottenuto dopo lunghe battaglie” tra cui c’è anche “questa riforma del Csm”. A parlare così, commentando l’approvazione in Consiglio dei ministri della riforma del Consiglio superiore della magistratura, è Eugenio Saitta, capogruppo del Movimento cinque stelle in Commissione Giustizia alla Camera.
Riforma CSM: intervista a Eugenio Saitta, capogruppo del M5S in Commissione Giustizia alla Camera
Sullo stop alle porte girevoli tra toghe e politica, a seguito di una prima proposta bocciata da M5S, Lega e FI, la Cartabia è tornata sui suoi passi confermando l’impianto già previsto dall’ex guardasigilli Bonafede. È una vittoria del Movimento?
“La posizione del Movimento 5 Stelle è sempre stata chiara, per questo la consideriamo una vera e propria svolta. Per M5S il fenomeno del passaggio dei magistrati dalla toga alla politica e ritorno, è sempre stato inaccettabile. Allo stop alle porte girevoli aveva duramente lavorato l’ex ministro della Giustizia Alfonso Bonafede e noi ci siamo battuti perché quest’impostazione non fosse depotenziata. È positivo constatare che tanto lavoro sia stato riconosciuto anche dalla ministra Cartabia che alla fine ha ripreso quello schema”.
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Dopo le tensioni che sembravano far presagire il peggio, sulla riforma del Csm è arrivato il via libera del Cdm all’unanimità. Significa che il progetto dell’ex ministro M5S, un tempo criticato dagli altri partiti, era valido tanto da aver messo tutti d’accordo, non trova?
“L’impianto della riforma messa a punto da Bonafede e poi presentata nell’agosto del 2020 è rimasto in gran parte confermato. Per noi era fondamentale che non venisse stravolto. Tra l’altro la riforma del Consiglio superiore della magistratura era stata approvata sia dall’Esecutivo cosiddetto ‘giallo-verde’ sia da quello successivo per cui mi sembra chiaro che alcuni partiti hanno criticato l’attività svolta da Bonafede a via Arenula durante il Conte I e il Conte II solo in base a pregiudizi ideologici”.
Riforma CSM: il sorteggio proposto dai M5S
Tra le novità del testo spicca l’approvazione di un sistema elettorale misto, in cui trova spazio anche il sorteggio che M5S ha sempre chiesto per arginare il sistema delle correnti. Crede che il punto di incontro trovato basterà a risolvere questo annoso problema o si dovrà fare altro?
“Sui meccanismi della legge elettorale per l’elezione dei componenti del Consiglio superiore della magistratura, faremo ulteriori proposte per le modifiche necessarie nel corso dell’esame in Parlamento. A Cartabia abbiamo sempre detto che noi saremmo stati favorevoli anche all’ipotesi di sorteggio temperato. L’obiettivo resta quello di dare al Paese una riforma capace di restituire piena indipendenza e autonomia alla magistratura, nel rispetto dei dettami costituzionali, e di ridare piena credibilità alla categoria agli occhi dei cittadini, proponendosi, tra l’altro, di mettere un argine alla deriva del correntismo”.
Crede che ci sarà una levata di scudi da parte dei magistrati sul testo approvato in Cdm oppure ritiene che la riforma, dopo tanti patimenti che recentemente hanno tormentato le toghe italiane, verrà accolta come una svolta positiva?
“La riforma deve essere vista nel suo complesso e certamente le valutazioni che faranno l’associazione dei magistrati andranno tenute nel dovuto conto. I rappresentanti dei magistrati, come quelli anche delle altre componenti, hanno avuto modo di essere ascoltati dalla ministra Cartabia”.
Con la riforma del Csm che arriva dopo quelle del processo penale e civile, si chiude il piano di riorganizzazione della Giustizia. Alla luce di quanto accaduto come giudica la decisione del Movimento di far parte del Governo Draghi?
“Abbiamo sempre detto che siamo entrati in questo Governo per senso di responsabilità nei confronti dei cittadini e per difendere i provvedimenti che avevamo ottenuto dopo lunghe battaglie. E questa sulla riforma del Csm è una di quelle. La maggioranza è composta da partiti che su alcuni temi, e la giustizia è uno di questi, hanno visioni opposte. La riforma del processo penale non è la nostra riforma ma abbiamo contribuito a migliorarla. Abbiamo detto che non si poteva transigere sui processi di mafia e terrorismo e alla fine l’abbiamo spuntata ottenendo quelle modifiche indicate”.