Riforma Cartabia sulla giustizia è legge: è arrivata in questi giorni l’approvazione da parte del Senato e così ci saranno novità importanti per i magistrati, il Csm e il processo penale su tutti.
Riforma Cartabia: cosa prevede
La Riforma Cartabia sulla Giustizia prevede la “delega al Governo per l’efficienza del processo penale nonché in materia di giustizia riparativa e disposizioni per la celere definizione dei procedimenti giudiziari” e la Legge n. 206/2021, entrata in vigore il 24.12.2021, contenente la “delega al Governo per l’efficienza del processo civile e per la revisione della disciplina degli strumenti di risoluzione alternativa delle controversie e misure urgenti di razionalizzazione dei procedimenti in materia di diritti delle persone e delle famiglie nonché in materia di esecuzione forzata.”
Novità sul testo approvato
Il Senato ha approvato il testo con 173 si e 37 no, gli astenuti 16. La ministra Marta Cartabia ha espresso tutta la sua soddisfazione: “Solo pochi mesi fa le Camere rispondevano con un lungo applauso all’appello del presidente Matterella che sollecitava l’approvazione di questa riforma. Oggi siamo qui per mantenere l’impegno di trasformare in legge un provvedimento che viene da lontano e che è stato costruito con il contributo di molti”.
“Un provvedimento preceduto da un lungo lavoro, non semplice, portato avanti con il contributo di molti”. “L’approvazione di questa legge, il terzo grande pilastro delle riforme della giustizia vòlte a rinsaldare la fiducia dei cittadini nell’amministrazione della Giustizia, consentirà – ancora Cartabia – che l’imminente rinnovo del Consiglio superiore della magistratura si svolga con nuove regole affinché questa istituzione, presidio costituzionale e imprescindibile dei principi dell’autonomia e dell’indipendenza dell’ordine giudiziario, principi irrinunciabili, «possa – per riprendere proprio le parole del presidente Mattarella – svolgere appieno la funzione che gli è propria, valorizzando le indiscusse alte professionalità su cui la Magistratura può contare. Un grazie sentito a tutti e a ciascuno di voi”, ha concluso.
Le novità riguardano soprattutto il Csm e i magistrati: per il primo organo la composizione darà da 30 membri (non più 24): 20 togati (2 magistrati di legittimità, 5 pubblici ministeri e 13 giudici), 10 laici, più i 3 componenti di diritto: il presidente della Repubblica, il primo presidente e il procuratore generale della Cassazione. Mentre i magistrati con incarichi elettivi e governativi (sia a livello nazionale che locale) non potranno esercitare in contemporanea funzioni giurisdizionali (come avvenuto, per esempio, nel caso di Catella Maresca). Per loro, al momento dell’assunzione di incarichi, scatterà l’obbligo di collocamento in aspettativa.
Al termine del mandato elettivo i magistrati non potranno più tornare a svolgere alcuna funzione giurisdizionale, mentre quelli che hanno svolto incarichi apicali (ad esempio capi di gabinetto, capi dipartimento e segretari generali dei ministeri) dopo un mandato di almeno un anno, resteranno per ancora un anno fuori ruolo – ma non in posizioni apicali – e poi rientreranno, ma per tre anni non potranno ricoprire incarichi direttivi.