Ci risiamo, i cassonetti romani rischiano di tornare a riempirsi e sulla città eterna si riaffaccia il timore per una nuova emergenza spazzatura. Passano i mesi e gli anni ma Roma non riesce ad uscire dal vicolo cieco dei rifiuti nonostante gli sforzi della sindaca Virginia Raggi che le sta provando davvero tutte, tanto che ieri, per evitare il disastro, ha firmato l’ordinanza con cui verranno conferite 1000 tonnellate di rifiuti alla discarica di Civitavecchia. La proprietà dell’impianto in serata ha fatto sapere che non sarà facile accogliere più di 500 tonnellate. Un provvedimento tampone, quello che a Roma si definisce “una pezza”, con cui si tenterà di dare respiro alla città per “il tempo strettamente necessario alla riapertura dell’impianto di Colleferro”, chiuso a causa di un grave incidente sul lavoro lo scorso 9 novembre.
IL PIANO DELLA DISCORDIA. Inutile girarci intorno, il problema è concreto e ha radici lontane. Eppure quasi tutti sono pronti a puntare il dito esclusivamente contro la sindaca, come se i roghi dolosi agli impianti, le inchieste della Procura sui dipendenti infedeli di Ama e gli incredibili ritardi nell’approvazione di un piano rifiuti da parte della Regione di Nicola Zingaretti che fino ad agosto scorso ha continuato ad usare quello della giunta di Renata Polverini, siano tutti accadimenti di cui può essere accusata la grillina. Anche qui occorre precisare che il piano della giunta di centrodestra del Lazio, varato nel 2012, doveva terminare nel 2018 e, invece, è stato utilizzato fino a tre mesi fa.
Un documento programmatico che era stato fatto tenendo conto della gigantesca discarica di Malagrotta che, però, nel 2013 veniva chiusa rendendo il piano superato ma mai attualizzato. Basterebbe questo a dimostrare come siamo in presenza di una serie di concause che stanno portando la Capitale ad affogare nella spazzatura e per le quali non si può gettare la croce addosso a una sola persona. Come se tutto ciò non esistesse, dalla Regione continuano gli attacchi al Campidoglio quando, invece, servirebbe unità d’intenti. L’ultimo scontro tra Comune e Regione è quello relativo allo stop della discarica di Colleferro che chiuderà definitivamente il 31 dicembre per manutenzione.
Un evento programmato da tempo e per il quale la Raggi ha detto di essere “ancora in attesa che la Regione Lazio indichi i siti definitivi per lo smaltimento dei rifiuti come previsto dalla normativa, in vista dell’annunciata chiusura della discarica di Colleferro” per poi preannunciare una cabina di regia al ministero, tenuta ieri per fare il punto della situazione. Peccato che non la pensi allo stesso modo l’assessore ai rifiuti del Lazio, Massimiliano Valeriani, secondo cui tali incombenze spettano al Campidoglio. A suo dire “vanno bene le riunioni purché non diventino una scusa per confondere ruoli, compiti e perdere altro tempo. È l’ora delle decisioni”, ma “se il Comune non individuerà nelle prossime ore soluzioni che gli competono per i compiti di raccolta e smaltimento, useremo i poteri sostitutivi per superare la loro inerzia”, ossia il temuto commissariamento di Roma più volte sbandierato da Zingaretti.