No, i rifiuti di Roma non andranno in Emilia-Romagna. L’ultimo, clamoroso dietrofront di Virginia Raggi – dettato, pare, dai mal di pancia scoppiati nel M5S – è arrivato dopo la richiesta fatta il 7 dicembre scorso dall’Ama alla Regione Lazio, che ha poi avuto l’ok di diverse amministrazioni della Regione guidata da Stefano Bonaccini (Pd).
“Portare i rifiuti di Roma in Emilia-Romagna costa oltre 180 euro a tonnellata – ha scandito il consigliere grillino e presidente della commissione Ambiente, Daniele Diaco -. Per questo, e non per ragioni politiche, ancora nessun camion è partito da Roma per gli impianti emiliano-romagnoli”. “A Roma il sistema di raccolta ha tenuto, pur di fronte all’impennata di produzione dei rifiuti del periodo natalizio. Siamo intervenuti riportando le situazioni di criticità alla normalità. Le polemiche non ci interessano e soprattutto non interessano ai cittadini”, ha rincarato la dose l’assessore all’Ambiente della Giunta Raggi, Pinuccia Montanari.
“Le dichiarazioni di politici e rappresentanti delle istituzioni, del tipo ‘Abbiamo salvato Roma invasa dai Rifiuti’, fanno sorridere perché sono una sorta di autoaccusa”, ha proseguito Montanari. “Nel rispetto della normativa abbiamo attivato tutte le azioni necessarie a mantenere in sicurezza Roma, a partire dall’accordo con diverse regioni nel rispetto dei principi di prossimità ed economicità come vuole la legge. L’Emilia-Romagna è rientrata in un profilo di misura cautelativa. E di certo la sottoscritta non ha mai contattato aziende, tanto meno in Emilia-Romagna, perché non rientra nei miei compiti istituzionali, come invece falsamente ha dichiarato qualcuno. In pochi mesi stiamo recuperando anni persi, decenni di ritardi. La vera risposta ai problemi di Roma sta nella programmazione che stiamo attuando sia per quanto riguarda la raccolta che l’impiantistica. Sulla raccolta – ha concluso – stiamo procedendo a tamburo battente, sull’impiantistica anche”.
“Questa è una vicenda così surreale che, da amministratore con anni di esperienza alle spalle, mai mi era capitata”, ha ribattuto Bonaccini intervistato da Repubblica. “Ce lo hanno chiesto loro. Fatte le verifiche con i Comuni dove ci sono i nostri impianti, che avevano dato disponibilità sempre nei limiti autorizzati (Parma, Modena e Granarolo, nel bolognese), dissi al presidente Nicola Zingaretti che avremmo dato l’assenso con una delibera di giunta. Ma, lo abbiamo premesso subito, a certe condizioni”. Ovvero: “Quantità limitate, per un periodo non reiterabile di non più di due mesi. Ci siamo messi a disposizione, come istituzione, perché l’immagine di una capitale con l’immondizia in strada non ci pareva utile, né per Roma, né per il Paese”.
Poi la frenata dei vertici dei Cinque Stelle: “Si decidano – ha aggiunto il governatore dell’Emilia-Romagna – noi stiamo bene anche senza l’immondizia di Roma. Per altro, se è vero ciò che ho letto oggi, e non ho motivo di dubitarne, Ama ipotizza di portare i rifiuti in Abruzzo. Ma così non è che cambiano i termini della questione: sempre ad altri si rivolgono perché non riescono a smaltire ‘in casa’ la loro spazzatura”.