Nuovo punto a favore per i riders. Il Tar del Lazio ha respinto il ricorso contro la circolare con cui il ministero del Lavoro – all’epoca guidato dalla pentastellata Nunzia Catalfo – aveva bocciato il contratto firmato da Assodelivery e Ugl a settembre 2020. Secondo le aziende del settore, quell’atto emanato a novembre 2020 è illegittimo e viola le libertà sindacali. E ne hanno chiesto l’annullamento.
Ma i giudici non hanno voluto sentir ragioni e hanno definito il ricorso inammissibile. A inizio luglio era stato il Tribunale di Bologna a bocciare il contratto nazionale dei rider stipulato da AssoDelivery e Ugl, definendolo illegittimo perché firmato da un’organizzazione priva di rappresentatività che impedisce di fatto ai lavoratori del settore di accedere ad adeguate condizioni retributive. “Sono esattamente gli stessi rilievi inseriti nel documento che il ministero del Lavoro da me guidato scrisse a settembre 2020 dopo la sottoscrizione di quell’accordo”, commentò la Catalfo.
“Accordo che viola la legge 128 del 2019 (il cosiddetto decreto Salva-Imprese) approvata per dare maggiori tutele ai lavoratori della gig economy. Oggi più che mai – spiegò l’esponente pentastellata – anche alla luce del ruolo sociale svolto dai ciclofattorini durante la pandemia, è necessario garantire loro, attraverso la definizione di un contratto collettivo nazionale, l’effettività dei diritti minimi inderogabili sanciti dalla legge, a partire dal riconoscimento di una retribuzione dignitosa e dalla garanzia della salute e sicurezza”.