Sbandierato come modello da esportare in tutto il nord Africa, l’accordo sui migranti per la fornitura di motovedette alla Tunisia rischia di trasformarsi in un clamoroso flop. A lasciarlo pensare è la sospensione, in attesa della decisione finale prevista per l’11 luglio, del Consiglio di Stato, che ha bloccato il trasferimento delle imbarcazioni italiane allo Stato guidato dal presidente Kaïs Saïed.
Il provvedimento temporaneo è conseguenza del ricorso presentato al Tribunale amministrativo del Lazio (TAR) da diverse ONG e associazioni, tra cui spiccano ASGI, Arci, ActionAid, Mediterranea Saving Humans, Spazi Circolari e Le Carbet. Esse contestavano la fornitura di sei motovedette alla Garde Nationale tunisina, sottolineando presunte irregolarità nell’accordo tra le autorità italiane e quelle tunisine, aggiungendo che il patto stretto con il governo di Saïed non tenesse debitamente in considerazione le gravi violazioni dei diritti umani ai danni dei migranti avvenute negli ultimi anni nel Paese.
Il Consiglio di Stato dà un dispiacere a Meloni: sospeso l’invio delle motovedette alla guardia costiera della Tunisia
Con questa sospensiva temporanea, che ha ribaltato il precedente giudizio del TAR, il quale aveva ritenuto legittimo l’accordo considerandolo in linea con le decisioni prese a livello comunitario, viene messo in stand by il trasferimento delle prime tre motovedette che, secondo i programmi dell’Italia, sarebbe dovuto iniziare nel mese di giugno. Quello del Consiglio di Stato è un provvedimento di “buon senso” perché, come sostenuto anche dalle Nazioni Unite, fornire motovedette alle autorità tunisine significa aumentare il rischio che i migranti siano sottoposti a deportazioni illegali, riferiscono Maria Teresa Brocchetto, Luce Bonzano e Cristina Laura Cecchini, parte del pool di avvocate che segue il caso.
Le ONG sottolineano che le violazioni dei diritti umani commesse dalle autorità tunisine sono gravissime e tutt’altro che infondate, essendo oggetto di diversi procedimenti avviati su input di alcuni migranti, davanti all’ONU e nell’UE. Per queste ragioni, il massimo giudice amministrativo ha ritenuto “prevalenti le esigenze di tutela rappresentate da parte appellante”, sospendendo il trasferimento delle motovedette alla luce delle possibili violazioni che tale atto potrebbe comportare. “Le deportazioni di massa, gli arresti arbitrari e le violenze ai danni dei migranti dimostrano che la Tunisia non può essere considerata un luogo sicuro di sbarco. Come per la Libia, le autorità tunisine non possono quindi essere considerate un interlocutore nelle attività di soccorso”, ha commentato Lorenzo Figoni di ActionAid Italia.
Bonelli esulta per la decisione del Consiglio di Stato
Soddisfatto per la sospensiva temporanea il deputato e co-fondatore di Alleanza Verdi e Sinistra, Angelo Bonelli, secondo cui è positivo che proprio “in occasione della Giornata Mondiale del Rifugiato, il Consiglio di Stato abbia accolto la richiesta della società civile contro il trasferimento delle motovedette alla Tunisia”. Secondo il deputato AVS, “questa decisione rappresenta una vittoria per i diritti umani e per la protezione dei migranti. Come sostenuto anche dalle Nazioni Unite, fornire motovedette alle autorità tunisine significherebbe aumentare il rischio che i migranti siano sottoposti a deportazioni illegali. Non possiamo dimenticare che in passato queste motovedette hanno persino sparato sui migranti, un fatto inaccettabile che mette in luce la gravità della situazione”.
Bonelli sottolinea come la situazione della Tunisia sia pressoché identica a quella della Libia, aggiungendo che “l’Italia, guidata dal governo Meloni, voleva regalare queste motovedette. Ma è questo il Piano Mattei che veniva sventolato con orgoglio al G7? Regalare strumenti di morte a Paesi denunciati per violazione dei diritti umani? Libia e Tunisia non sono Paesi sicuri. Il governo Meloni accetti questa realtà, e l’Europa avvii una missione di soccorso nel Mediterraneo, anche alla luce dei drammatici fatti di questi giorni”.